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Circolare Ministero: sì al vaccino Covid in gravidanza e allattamento

ST PETERSBURG, RUSSIA - SEPTEMBER 13, 2021: Obstetrician and gynecologist Yelena Rogatinskaya (L) receives a Component 1 injection of the Gam-COVID-Vac (Sputnik V) vaccine against COVID-19 at Pavlov First St Petersburg State Medical University. Peter Kovalev/TASS (Photo by Peter Kovalev\TASS via Getty Images) (Photo: Peter Kovalev via Getty Images)
ST PETERSBURG, RUSSIA - SEPTEMBER 13, 2021: Obstetrician and gynecologist Yelena Rogatinskaya (L) receives a Component 1 injection of the Gam-COVID-Vac (Sputnik V) vaccine against COVID-19 at Pavlov First St Petersburg State Medical University. Peter Kovalev/TASS (Photo by Peter Kovalev\TASS via Getty Images) (Photo: Peter Kovalev via Getty Images)

Si raccomanda la vaccinazione contro Covid, “con vaccini a mRNA, alle donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre. Relativamente al primo trimestre, la vaccinazione può essere presa in considerazione dopo valutazione dei potenziali benefici e dei potenziali rischi con la figura professionale sanitaria di riferimento”.
La vaccinazione è anche raccomandata per le donne che allattano, senza necessità di sospenderlo. È quanto indica una circolare del Ministero della Salute appena emanata alla luce delle crescenti evidenze sulla efficacia e sicurezza sia nei confronti del feto che della madre.

La raccomandazione di vaccinare le gestanti nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, spiega l’Istituto superiore di sanità (Iss), si basa anche sulle nuove evidenze relative alla maggiore morbosità associata alla variante Delta, della sua crescente circolazione e del notevole abbassamento dell’età mediana dell’infezione in Italia.

“Le donne che desiderino vaccinarsi in questa epoca gestazionale devono valutare rischi e benefici insieme a un sanitario - precisa l’Iss - anche alla luce dell’evidenza che la febbre, che rientra tra le possibili reazioni al vaccino, può causare un aumento del rischio di malformazioni congenite”. Le donne a maggior rischio di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2 (come professioniste sanitarie, caregiver) o di sviluppare una forma grave di COVID-19 (chi ha più di 30 anni, obesità, altre malattie, cittadinanza di paesi ad alta pressione migratoria) rimangono l’obiettivo prioritario per la vaccinazione in gravidanza.
Il personale sanitario deve illustrare nella maniera più chiara possibile il rapporto tra rischi e benefici, così da permettere a ogni donna di prendere la decisione più appropriata per il proprio caso. I sanitari devono inoltre raccomandare la vaccinazione dei conviventi per limitare ulteriormente il rischio di contagio delle donne in gravidanza e durante l’allattamento. Non ci sono invece dati che indichino di un maggior rischio di interruzione della gravidanza se una donna vaccinata scopre di essere incinta dopo essere stata vaccinata. Se invece si scopre la gravidanza tra la prima e la seconda dose del vaccino, si può considerare di ritardare la seconda dose fino al secondo trimestre.

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Circa la vaccinazione in allattamento, il neonato allattato da madre vaccinata segue il suo calendario vaccinale senza alcuna modifica. A tutte le donne in gravidanza e che allattano, indipendentemente dalla scelta se vaccinarsi o meno, viene raccomandato di igienizzarsi le mani, usare la mascherina al chiuso e vicino altre persone non conviventi o non vaccinate, tenere la distanza fisica di sicurezza, e ventilare gli ambienti.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.