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Come cambia lo smart working? Le nuove regole dall'1 settembre

Come cambia lo smart working? Le nuove regole dall'1 settembre (Getty Images)
Come cambia lo smart working? Le nuove regole dall'1 settembre (Getty Images) (GaudiLab via Getty Images)

Con lo scoppio della pandemia è diventato sempre più diffuso lo smart working, o lavoro agile. Tuttavia, la strategia adottata da molti dipendenti è destinata a cambiare: dall'1 settembre entrano in vigore nuove regole.

VIDEO - Smart Working, cosa cambia dal primo settembre. Tutte le novità del decreto

Decidere in autonomia come e dove lavorare è stato per molti un vero beneficio. Sicuramente tutti hanno potuto abbattere o ridurre notevolmente i costi e il tempo impiegato per gli spostamenti. Dividersi tra lavoro e vita privata non è stata più un'ardua impresa e molti hanno dimenticato cosa fosse lo stress, sentendosi persino più motivati. Ad averne tratto beneficio sono state anche le aziende, che hanno registrato un aumento della produttività, una riduzione dei costi per il mantenimento degli uffici e un calo dell'assenteismo. A risentirne in positivo, soprattutto nei primi mesi di pandemia, è stato persino l'ambiente, con una diminuzione delle emissioni di anidride carbonica legate ai mezzi di trasporto (soprattutto privati) usati per raggiungere il posto di lavoro.

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Per smart worker e aziende, tuttavia, non mancano gli svantaggi. I medici e gli esperti lo sanno bene: il lavoro agile ha portato all'aumento della sedentarietà, dei problemi alla vista e alla postura, fino a fenomeni di isolamento e iperconnessione.

Con l'inizio del mese di settembre sono in arrivo alcune novità. Vengono rimosse le modalità semplificate che avevano regolato il lavoro agile nel corso dell’emergenza sanitaria. Via anche le agevolazioni per i lavoratori fragili e i genitori con figli minori di 14 anni. Lo smart working tornerà a essere regolato dai singoli accordi tra dipendenti e datori di lavoro. Dal Governo si assicura una facilitazione delle procedure di attivazione del lavoro a distanza, che saranno semplificate rispetto a quelle del periodo precedente alla pandemia. A regolarle saranno nuove disposizioni introdotte dal decreto semplificazioni e saranno rese operative da un decreto ministeriale firmato dal ministro del Lavoro Andrea Orlando.

Dall'1 settembre lo smart working sarà possibile solo attraverso un accordo tra le parti, che dovrà essere firmato nel momento dell’assunzione o in una fase successiva, che sia però antecedente alla data di inizio del lavoro agile. Con le nuove disposizioni, inoltre, i datori di lavoro potranno inviare in modo semplificato i nominativi, senza comunicare l'adesione dipendente per dipendente. Sarà sufficiente una comunicazione telematica nella quale siano indicate le generalità del lavoratore insieme alla data di inizio e di fine dello smart working.

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Per il Ministero del Lavoro si tratta di un "primo passo con il quale si rendono più semplici gli obblighi di comunicazione relativi al lavoro agile, anche alla luce dell'esperienza maturata durante la pandemia e si risponde a una specifica richiesta fatta dalle parti sociali nel protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile per il settore privato sottoscritto dal ministro del Lavoro e dalle parti sociali il 7 dicembre 2021”.

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Orlando ha aggiunto: "L'esigenza di semplificazione degli obblighi di comunicazione nasce dalla necessità di rendere strutturale una procedura già ampiamente sperimentata nel periodo emergenziale, in considerazione di un sempre maggiore utilizzo di questa modalità di svolgimento del lavoro. In questo modo si snelliscono le procedure per i datori di lavoro e non si aggravano gli uffici ministeriali di adempimenti amministrativi ritenuti non necessari”.

Nonostante le novità entrino in vigore dal primo settembre, le aziende hanno a disposizione due mesi per adeguarsi e trasmettere le informazioni richieste. La scadenza è fissata all’1 novembre.

Per evitare sanzioni, ci saranno cinque giorni di tempo per comunicare la data di inizio del lavoro agile. "Per quanto attiene al termine entro cui effettuare questo adempimento occorre considerare che lo stesso si riferisce a una mera trasformazione della modalità di svolgimento della prestazione lavorativa. Pertanto, nella logica di favorire la semplificazione degli obblighi per i datori di lavoro, la relativa comunicazione andrà effettuata entro il termine di cinque giorni", precisa il Ministero in una nota.