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Come le critpovalute cambieranno l'attuale assetto economico

Dopo i recenti sviluppi, sta diventando sempre più chiaro che le criptovalute abbandoneranno la loro marginalità all'interno dell'ambiente economico e ricopriranno un ruolo più attivo. La spinta propulsiva che alimenterà questo passaggio sarà la continua voglia di suicidarsi dell'attuale sistema monetario ed economico in generale. Sebbene questo blog abbia iniziato ad occuparsi delle criptovalute sin dal 2011, la vera spinta ad indagare più in profondità il fenomeno è arrivata due anni fa quando, oltre ai QE di Giappone e USA, è arrivato anche quello europeo. Quello era il segnale definitivo che non ci sono più speranze di rimettere in piedi il sistema monetario fiat e che l'attuale società vivrà una spirale inflazionistica preponderante non appena l'economia più ampia verrà invasa dalla mole gigantesca di denaro e credito creati ex novo fino ad ora. Anche in questo modo, però il fenomeno delle criptovlaute ancora potrebbe sfuggire ai molti. A tal proposito sono del parere che sia necessario comprendere la filosofia alla base di questi nuovi strumenti tecnologici, altrimenti si finisce in un modo o nell'altro a credere a ciò che scrivono i media generalisti e a ciò che dicono i pezzi grossi senza avere cognizione di causa.

Circa un anno dopo che lei e i suoi colleghi lanciarono inavvertitamente la rivoluzione dei campus in tutto il mondo, Gordon Moore di Intel (Euronext: INCO.NX - notizie) enunciava la sua osservazione per quanto riguarda il numero di transistor su un chip di computer di silicio. Sto parlando dell'enunciato della Legge di Moore. Il numero di transistor sarebbe raddoppiato ogni 18 mesi circa. Anno dopo anno, la Legge di Moore ha veramente rivoluzionato il mondo, riducendo i costi delle informazioni.

La Legge di Moore è l'estensione di un processo che possiamo far risalire all'invenzione del telegrafo. Da allora l'informazione ha aumentato la sua velocità di propagazione. Il costo delle informazioni ha continuato a dimezzarsi in modo prevedibile, e oggi accade circa ogni anno. La questione non è il numero di transistor su un chip di silicio, ma il costo delle informazioni: continua a diminuire. E con questo arriva l'aumento della produttività e il decentramento della trasmissione delle informazioni. Questo è il processo fondamentale del mondo moderno, e ha travolto le economie socialiste.

Esiste una legge fondamentale in economia: quando il prezzo scende, la domanda aumenta. Il prezzo delle informazioni sta scendendo. Le informazioni diventano sempre più decentrate, e ora il costo della comunicazione è diminuito a tal punto che una maggiore interazione, un maggiore scambio di informazioni e una maggiore cooperazione, stanno diventando universali. Con questo decentramento arriva l'inevitabilità del trionfo del capitalismo. Mises aveva ragione nel 1920 quando in Economic Calculations in The Socialist Commonwealth predisse il disfacimento dell'economia socialista. Hayek aveva ragione nel 1945: The Use of Knowledge in Society. C'è solo un assetto istituzionale che sfrutta l'uso produttivo delle informazioni decentrate: l'economia di libero mercato. Solo con i prezzi del libero mercato siamo in grado di coordinare le nostre attività nel mondo che ci circonda.

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E a cosa rispondono i prezzi? A domanda e offerta. Sono queste due forze che governano i segnali di mercato che vengono inviati in tutto l'ambiente economico. È l'ABC (KOSDAQ: FED642.KQ - notizie) dell'economia. L'intersezione delle curve di domanda/offerte rappresenta una legge aprioristica nel mondo dell'economia che non può essere alterata, a differenza di chi è spaventato da un simile assetto economico. Ciò che le criptovalute ricordano agli investitori sono mercati a doppio senso, governati dal rischio e dalla responsabilità personale. Non mercati governati da un presunto deus ex-machina che in caso di errore socializza le perdite attingendo furtivamente dalle tasche degli individui (es. inflazione dei prezzi attraverso inflazione monetaria): la BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) , ad esempio, che ha completamente distrutto ogni parvenza di onestà e determinazione sana dei prezzi nel mercato secondario dei titoli di stato. Il bilancio della BCE ha superato i €4,000 miliardi, ma in questo caso nessuno deve stare attento ad entrare nel mercato dei titoli di stato. I traditori della patria sarebbero gli short seller, con tanto di divieti e ostacoli a chiunque voglia salvaguardare i propri investimenti. Invece le criptovalute, attraverso le parole di un funzionario della gigantesca burocrazia europea, sono "solo" determinate dalla domanda e dall'offerta. E da cos'altro dovrebbero essere determinate? Ennesima prova di come la gabbia europea sia solamente un esperimento di becera natura socialista, non avendo nulla a che fare con i principi della libertà.

Il cancro delle banche centrali ha permeato così a fondo l'attuale società, da pensare che possa essere impossibile vivere senza. Che le crisi altrimenti non potrebbero essere evitate. Che addirittura siano in grado di tenere a bada il ciclo economico. Frottole. La ciclicità dei boom/bust è dovuta esattamente alla natura distorcente delle azioni delle banche centrali. La loro intromissione nei mercati altera un normale andamento dei segnali di mercato, inficiandone la genuinità. Ciò che otteniamo è un ambiente incline a commettere errori su errori, la cui preclusione ad una correzione non fa che renderli più dolorosi.

DOMANDA INSUFFICIENTE?

La giustificazione dell'intromissione nell'ambiente economico da parte di un'autorità centrale, coltivata nel tempo da economisti che ritenevano la domanda il motore della crescita economica, è stata partorita inizialmente da Keynes, e poi rafforzata da Friedman, sulla scia della Grande Depressione degli anni '30. Keynes suggeriva che il governo iniziasse a contrarre una quantità crescente di prestiti e poi spendesse l'ammontare nell'economia privata; Friedman, invece, suggeriva alla FED di pompare più denaro affinché l'economia si potesse riprendere. In ogni caso, entrambi puntavano il dito contro una mancanza di domanda aggregata e quindi spingevano affinché fosse "stimolata". Inutile dire che queste sono solo favole... e nemmeno della buonanotte, perché foriere di incubi economici. La capacità di un attore di mercato di spingere la domanda è determinata dalla sua capacità di produrre beni e servizi. Ovvero, più un individuo è in grado di produrre, più avrà la possibilità di acquisire altri beni.

Infatti è con la produzione nostra che siamo in grado di pagare per tutti quei beni che riteniamo più utili per la nostra esistenza. Senza questo passaggio fondamentale, non ci sarebbe creazione di ricchezza, né ci sarebbe un miglioramento della specializzazione dell'offerta di beni. Quindi un ragionamento che considera la domanda un parametro indipendente è fallace, poiché ciò che alimenta l'economia non è la domanda in quanto tale ma la produzione di beni. Sono i produttori, quindi, i motori di un'economia; o per meglio dire gli imprenditori. La loro capacità di anticipare il futuro gli permetterà di offrire determinati beni e servizi che si aspettano di vendere sul mercato. Più è accurata la loro previsione, più successo avranno, più rapidamente una società riuscirà a prosperare. Avendo a che fare con l'incertezza, devono studiarla in modo approfondito affinché i loro calcoli siano quanto più corretti possibile; quindi, in base a ciò, determinano i prezzi e in base ad essi analizzare i costi della struttura di produzione.

Questo assetto della società e della produzione smonta l'apparato keynesiano, perché l'imprenditore impiega mezzi e capitale umano prima che la domanda dei consumatori si possa palesare. Se avrà successo, ci sarà una correlazione tra la domanda per i suoi beni e la redditività dell'impresa. Non si può assolutamente negare il fatto che la produzione precede il consumo, quindi l'ambiente economico deve essere quanto più genuino possibile affinché gli imprenditori possano dirigere la produzione nel modo migliore possibile in accordo con i bisogni dei consumatori.

Nessuno stato o banca centrale può cambiare il fatto che i loro trucchi saranno inutili quando si tratta di stimolare la domanda effettiva. Se si vuole aumentare la capacità di consumo, c'è bisogno che prima aumenti la capacità di produrre. Questa dipendenza non può essere sconfessata dal pompaggio monetario o dalla spesa pubblica. Al contrario, le politiche fiscali e monetarie allentate andranno ad ostacolare i segnali di mercato rendendoli più torbidi; di conseguenza impoveriranno l'ambiente economico, andando ad intaccare la domanda effettiva. Se allora si ha davvero a cuore la produzione e la prosperità, si dovrebbero abolire tutti quei metodi che vanno a facilitare la creazione di denaro fiat e si dovrebbe tagliare drasticamente la spesa pubblica.

LA GRANDE DISTORSIONE

Invece le attuali autorità nella pianificazione monetaria centrale hanno seguito ciecamente i dogmi keynesiani e monetaristi, affondando il colpo in quelle misure che sprecano ricchezza piuttosto che crearla. Infatti la (pseudo)ripresa economica di cui parlano i media generalisti è stata alimentata da tassi d'interesse ultra bassi. Fondi apparentemente a basso costo hanno spinto le imprese in linee di produzione non richieste da una domanda genuina di mercato, hanno spinto le famiglie a consumare oltre i loro mezzi e hanno spinto il settore pubblico a spendere di più. Questa apparente ripresa, però, sparirà una volta che suddette misure economiche verranno invertite, facendo tornare una recessione ben peggior Autore: Francesco Simoncelli Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online