Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    33.746,66
    -549,65 (-1,60%)
     
  • Dow Jones

    37.903,29
    +87,37 (+0,23%)
     
  • Nasdaq

    15.605,48
    -52,34 (-0,33%)
     
  • Nikkei 225

    38.274,05
    -131,61 (-0,34%)
     
  • Petrolio

    79,13
    -2,80 (-3,42%)
     
  • Bitcoin EUR

    54.167,20
    -2.008,97 (-3,58%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.202,07
    -136,99 (-10,23%)
     
  • Oro

    2.330,20
    +27,30 (+1,19%)
     
  • EUR/USD

    1,0716
    +0,0043 (+0,41%)
     
  • S&P 500

    5.018,39
    -17,30 (-0,34%)
     
  • HANG SENG

    17.763,03
    +16,12 (+0,09%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.921,22
    -59,87 (-1,20%)
     
  • EUR/GBP

    0,8549
    +0,0011 (+0,13%)
     
  • EUR/CHF

    0,9813
    +0,0007 (+0,07%)
     
  • EUR/CAD

    1,4711
    +0,0018 (+0,12%)
     

Cosa fare in caso di terremoto

Regole di vita e di buonsenso che spesso vengono dimenticate o che, nei casi peggiori, non sono mai insegnate. A volte capita di ricordarcene e di rimpiangere di non averle ascoltate al momento opportuno, altre volte, invece, si ringrazia un insegnante pedante o un parente particolarmente apprensivo che ce le ha inculcate.

Cosa fare in caso di terremoto

Le regole sono quelle dettate dalla Croce Rossa Italiana. Prima di tutto la cosa essenziale è mantenere la calma perchè, in preda all’istinto, la prima cosa che verrebbe da fare durante una scossa sismica, è quella, se ci si trova in una struttura chiusa come u edificio, di fuggire attraverso le scale o, peggio ancora, dall’ascensore. Nulla di più sbagliato: in un edificio le scale spesso sono la zona più fragile e un black out potrebbe bloccare il vano ascensore rendendolo una trappola mortale. Meglio perciò proteggersi sotto l’arco di una porta a sua volta presente in un muro portante o in una struttura portante. utile anche mettersi sotto al letto o sotto a un tavolo, se non altro per proteggersi da oggetti e calcinacci che potrebbero tramortirci durante la scossa.

Se invece ci si trova all’aperto allora si è più fortunati, se non altro perchè, solitamente, si tende ad avvertire di meno il senso di ondeggiamento, anche se, ovviamente, dipende dalla violenza del sisma. Ad ogni modo anche se si è all’aperto è bene seguire delle regole di salvaguardia. Prima di tutto allontanarsi da costruzioni, tralicci dell’alta tensione, impianti industriali per evitare fughe di materiale tossico; allontanarsi anche dal mare, dalle rive dei fiumi e dalle sponde dei laghi per evitare il rischio di essere travolti dalle onde e, nel caso di eventi particolarmente forti, da veri e propri tsunami. Raccomandazioni importanti sono ancora quelle di non usare il telefono ed evitare di mettersi in viaggio: nel primo caso per non occupare le linee che dovranno essere libere per le numerose emergenze, nel secondo, oltre che per lasciare le strade sgombre per i mezzi di emergenza, le strade potrebbero non essere sicure.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Cosa sta succedendo in Italia?

I recenti allarmi terremoto che si sono riaccesi proprio in queste ore, hanno messo in angoscia gran parte della popolazione italiana, sia per il disastro in sè, sia per la consapevolezza che tutto il territorio della Penisola è a rischio e, a sua volta, frastagliato anche per quanto riguarda le faglie sulle quali nasce. Cosa significa questo? Il sistema di faglie dell’Appennino è particolarmente frammentato con un’ampiezza che oscilla tra i 10 e i 20 chilometri tra una faglia e l’altra a differenza di quelle dell’Italia del Sud che invece raggiungono i 40-50 chilometri. Quello che sta succedendo nel centro della Penisola, quindi, è spiegabile, con l’estremizzazione e la semplificazione estrema che il caso richiede, anche in questo modo: una serie di collegamenti tra le varie faglie che rendono il terremoto de L’Aquila (Parigi: FR0010340711 - notizie) collegato con quello di Amatrice e il terremoto di Amatrice a sua volta collegato, con tutti gli sciami sismici di cui si è sentito parlare, alle scosse avvenute oggi. Una sorta di “effetto domino”, durante il quale, una volta creatasi la prima scossa, l’energia liberata va ad impattare sulle zone vicine alterandone la struttura e gli equilibri. Accade perciò che le faglie più piccole si sgretolino generando altri terremoti con movimento di tipo estensionale che porta successivamente a un progressivo allargamento della zona. La zona interessata è la direttiva che va dalla Lunigiana allo Stretto di Messina e, per quanto nota ormai da tempo e con tanti e tristi precedenti nella storia della nazione, non può essere fermata. Il massimo che si può fare è costruire strutture antisismiche lavorando sulla prevenzione, un po’ come quando, sapendo che il territorio nazionale è a rischio idrogeologico si dovrebbe, in teoria, evitare di costrutire sui margini dei fiumi e sulle altre zone a rischio.

Da parte sua la popolazione non può far altro che prendere coscienza della situazione e imparare a convivere usando le regole d’oro citate all’inizio.

Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online