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Derivati, Eurostat: effetto negativo per 8,3 mld su conti Italia 2016

ROMA (Reuters) - I derivati hanno avuto sul bilancio pubblico italiano un impatto negativo di oltre 8,3 miliardi nel 2016, secondo le statistiche di Eurostat.

Gli esborsi ammontano infatti a 4,250 miliardi ma, considerando anche gli aggiustamenti contabili che incidono sul debito pubblico, il totale sale a 8,324 miliardi.

L'effetto cumulato tra 2013 e 2016 è di 24 miliardi (13,7 i soli esborsi).

Le statistiche di Eurostat mostrano che negli altri Stati europei i derivati hanno un impatto negativo inferiore o contribuiscono a migliorare i saldi.

In Germania, ad esempio, i derivati hanno aumentato la spesa pubblica di 4,5 miliardi tra 2013 e 2016, in Francia di 293 milioni, mentre hanno ridotto l'indebitamento di 11,8 miliardi in Olanda.

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Via XX Settembre ha sempre sostenuto di aver utilizzato i derivati come assicurazione contro il rischio di un aumento dei tassi, soprattutto tra 2011 e 2012, gli anni peggiori della crisi finanziaria.

La politica monetaria espansiva della Bce però ha fatto crollare i tassi di interesse e lo scenario contro il quale l'Italia aveva deciso di cautelarsi non si è verificato.

A fine aprile 2015 il Tesoro ha annunciato una fase di 'phasing out', cioè la graduale chiusura di tutte le posizioni rivelatesi troppo costose.

I dati Eurostat si riferiscono a tutte le amministrazioni pubbliche, ma il grosso dell'operatività fa capo al Tesoro.

A fine 2016 i contratti del Tesoro avevano un 'mark to market' negativo di 37,8 miliardi a fronte dei -36,7 miliardi di fine 2015, ha detto recentemente il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.

Lo scorso anno il Mef ha sostenuto un onere di circa 1 miliardo per l'esercizio di una clausola di estinzione anticipata da parte di una banca controparte in un'operazione in derivati.