Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 3 hours 15 minutes
  • Dow Jones

    38.085,80
    -375,12 (-0,98%)
     
  • Nasdaq

    15.611,76
    -100,99 (-0,64%)
     
  • Nikkei 225

    37.780,35
    +151,87 (+0,40%)
     
  • EUR/USD

    1,0723
    -0,0010 (-0,10%)
     
  • Bitcoin EUR

    60.082,11
    -8,99 (-0,01%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.390,00
    +7,42 (+0,54%)
     
  • HANG SENG

    17.609,45
    +324,91 (+1,88%)
     
  • S&P 500

    5.048,42
    -23,21 (-0,46%)
     

La distruzione creatrice

La “disruption creatrice” – espressione ispirata alla “distruzione creatrice” di Schumpeter – è stato il tema ricorrente dell’ultimo Investment Forum di Allianz Global Investors. Questa volta il Forum ha trattato tre tipi di disruption: tecnologica, politica e nel campo degli investimenti.

Hans-Jörg Naumer, Global Head of Capital Markets & Thematic Research Allianz Global Investors, spiega che la disruption tecnologica parte dalla constatazione che il tasso di crescita della produttività nelle economie avanzate e in quelle emergenti è in calo ormai da qualche tempo, nonostante il progresso tecnologico. Gli studiosi concordano sul fatto che il reale aumento della produttività potrebbe essere sottostimato, ma la tendenza ribassista troverebbe comunque conferma.

E poi c’è la disruption politica. Pensiamo solo alla deglobalizzazione e alla crescente multipolarità del nostro mondo. La disruption politica è una conseguenza di quella tecnologica. L’innovazione tecnologica sta trasformando il mercato del lavoro, come risulta evidente dai trend salariali e occupazionali. La Oxford University stima che circa il 50% di tutte le occupazioni è interessato dall’automazione. Lo studio non è infallibile, soprattutto perché non tiene conto delle nuove opportunità di lavoro, ma dà un’idea chiara dell’impatto che può avere la disruption creatrice.

La storia dell’umanità è stata caratterizzata dai conflitti sulla distribuzione delle risorse: con ogni probabilità sarà così anche in futuro.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

La disruption è inoltre visibile nel campo degli investimenti. In un mondo in continuo cambiamento, le soluzioni di investimento tradizionali che guardano al passato, come gli ETF, rischiano di diventare obsolete. E’ ad esempio significativo osservare come oggi la permanenza media dei titoli azionari nell’indice S&P 500 sia solo di 12 anni, mentre agli inizi degli anni ’60 era pari a 60 anni!

Probabilmente i miglioramenti a livello di crescita della produttività richiederanno tempo, e dipenderanno dalla diffusione su ampia scala delle nuove tecnologie, finora adottate solo da società all’avanguardia – spiega Hans-Jörg Naumer -. Le pressioni inflazionistiche restano contenute, così come il rischio di deflazione, soprattutto poiché l’amministrazione Trump, nelle fasi finali del ciclo di crescita economica americana, porta avanti una politica fiscale di tipo keynesiano. In tale contesto, le Banche Centrali hanno valide ragioni per “togliere il piede dall’acceleratore”. La svolta in atto della politica monetaria risulterà sempre più evidente nel caso della Federal Reserve e probabilmente anche della Banca Centrale Europea, che però ha tempi decisamente più lunghi. La disruption sul fronte geopolitico e monetario potrebbe generare volatilità sui mercati, mentre le obbligazioni governative continueranno a offrire rendimenti pari a zero, se non negativi. Quindi l’unico modo per ottenere rendimenti reali positivi è assumere rischi calcolati. La gestione attiva è fondamentale!

Azioni Europa

Il recente apprezzamento della moneta unica finora non ha avuto ripercussioni sull’azionario europeo – spiega Hans-Jörg Naumer -. La correlazione storica tra andamento del mercato azionario e andamento dell’Euro mostra che non necessariamente questo debba avvenire.

La congiuntura britannica dovrebbe evidenziare un rallentamento nel corso dell’anno. La debolezza della sterlina e il conseguente aumento dell’inflazione dovuto ai prezzi all’importazione riducono il potere di acquisto reale, con conseguenti pressioni sui consumi privati. Al contempo, gli investimenti potrebbero essere frenati dall’incertezza circa le conseguenze dell’uscita dall’UE sull’economia.

Azioni USA

Gli investitori nel mercato azionario USA rimangono tranquilli – spiega Hans-Jörg Naumer -. Il P/E prospettico basato sugli utili attesi a 12 mesi rispetto alla volatilità misurata dal VIX si scosta di oltre una deviazione standard dalla media pluriennale.

Inoltre, i margini di profitto delle società non sembrano ancora risentire del costo unitario del lavoro. La situazione è però destinata a cambiare nel giro di poco tempo.

Allo stesso tempo, il mercato azionario continua ad essere sostenuto dagli indicatori congiunturali, che si attestano su livelli estremamente solidi, nonostante qualche delusione nelle ultime settimane.

Azioni Giappone

Malgrado la crescita sottotono dell’economia, il trend di diminuzione della disoccupazione prosegue inalterato – spiega Hans-Jörg Naumer -. Diversamente da quanto accade in Europa, l’azionario giapponese è strettamente legato ai movimenti dello Yen.

La debolezza della valuta influenza l’andamento del mercato tramite l’effetto sugli utili aziendali, alla base della performance.

Gli investitori potrebbero sovrappesare l’azionario giapponese, non dovendo considerare il rischio di svalutazione dello Yen.

Azioni mercati emergenti

In Cina e nei mercati emergenti prosegue il miglioramento ciclico, anche se gli indicatori anticipatori monetari indicano un appiattimento dei tassi di crescita a fine 2017.

Permangono comunque i rischi – spiega Hans-Jörg Naumer -. L’orientamento espansivo in numerosi Paesi in via di sviluppo si accompagna infatti a maggiori squilibri, e in particolare a un aumento dell’indebitamento del settore privato e dei prezzi degli immobili. L’influenza del dollaro USA è stata invece meno penalizzante, poiché il servizio del debito denominato in USD risulta meno oneroso in valuta locale.

Le valutazioni dell’azionario emergente risultano tra le più convenienti.

I deflussi di capitale dall’area sembrano essere terminati, con ulteriori effetti positivi.

Autore: Volcharts.com Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online