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Dollaro o Ftse Mib: la bussola degli investimenti futuri

Il Ftse Mib è partito con una debolezza di fondo che lo ha portato a ritracciare dopo nemmeno mezz'ora dall'inizio delle contrattazioni. Alle 9.30, infatti, a Milano si registrava un passivo di 0,35%. Quali i nuovi orizzonti in vista? A rispondere è Riccardo Fracasso, consulente finanziario ed autore del blog Finanza e Dintorni

Sul settore valutario la partita ormai si gioca tra dollaro, yen ed euro ovvero i grandi protagonisti dei maggiori QE. Quali le prospettive?

Tra i diversi annunci da parte delle Banche Centrali, ritengo che quello con maggior impatto sia destinato ad essere quello della FED che, in soli 3 mesi (da Dicembre 2015 a Marzo 2016), è passata da un programma di normalizzazione piuttosto rapido (un rialzo dello 0,25% dei tassi per ogni trimestre del 2016) ad uno molto più graduale. La logica vuole che l'indebolimento di uno dei principali motivi che ha rafforzato il dollaro (rialzo dei tassi) rende probabile un deprezzamento del biglietto verde contro le altre valute.

In merito al cross euro/yen, dal Dicembre 2014 una trendline di massimi decrescenti contiene ogni rialzo, il che implica un'impostazione rialzista della valuta giapponese.

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Mi preme sottolineare, infine, un aspetto importante: se dopo un periodo straordinario di 7 anni di tassi a zero la Banca Centrale dell'economia più grande al mondo si ritrova tuttora più preoccupata dalla crisi che dal surriscaldamento dell'economia (come dovrebbe essere), la situazione è evidentemente critica.

La stagione degli utili statunitensi non sembra nascere sotto i migliori auspici: qual è la situazione per i listini americani e quali le possibili previsioni?

Come affermato la scorsa intervista, man mano che le Banche Centrali hanno sparato le cartucce a loro disposizione, hanno assunto una sempre maggior rilevanza i dati economici e, tra questi, rientrano anche gli utili statunitensi.

Per quanto riguarda i listini americani, da oltre un anno lo S&P 500 si muove all'interno di un range laterale caratterizzata da una concentrazione dei volumi verso l'alto che suggerisce l'ipotesi di una preoccupante fase distributiva che, se dovesse scatenarsi, porterebbe a minimi ben più profondi rispetto a quelli visti a Febbraio.

Tuttavia, nel frattempo, esiste la possibilità concreta che lo S&P 500 possa raggiungere nuovi massimi, movimento che rappresenterebbe un classico bullish trap.

Però, per quanto precedentemente precisato, il contesto di fondo impone molta cautela.

Guardando invece al Ftse Mib i 18mila punti sono stati raggiunti. Quali i prossimi target?

Il target naturale del nostro indice, calcolato attraverso le estensioni di Fibonacci è costituito da area 18.900 punti e, nel caso di superamento, da area 20.200.

Target raggiungibili? Si, in particolar modo il primo, ma è bene tener presente il trend di fondo saldamente ribassista entro i quali si muovono i prezzi, la debolezza in termini di forza relativa del nostro indice (aspetto molto importante ma spesso sottovalutato) e la situazione globale non priva di minacce.

Sono tutti elementi che impongono cautela, consigliano di non escludere a priori l'incapacità dei mercati di raggiungere i target rialzisti e suggeriscono agli investitori di considerare i rimbalzi più come occasioni per alleggerire che come opportunità da cavalcare.

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