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ENI tira il fiato, ma gli analisti non hanno dubbi: buy corale

Con la seduta odierna il semaforo è scattato sul rotto per ENI (Londra: 0N9S.L - notizie) che, dopo cinque giornate consecutive al rialzo, cede il passo ad alcune prese di profitto. Il titolo, dopo aver guadagnato quasi due punti percentuali venerdì scorso, quest'oggi risente della negatività di Piazza Affari, passando di mano a 15,05 euro, con un ribasso dell'1,44% e oltre 11 milioni di azioni transitate sul mercato fino ad ora, rispetto alla media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 15 milioni di pezzi.
Il movimento odierno può essere inquadrato nell'ottica di semplici prese di beneficio per il titolo dopo la corsa al rialzo messa a segno nelle ultime sedute.

Hsbc mantiene una view cauta su ENI

Eni quest'oggi è finito sotto la lente di HSBC, i cui analisti hanno deciso di confermare la raccomandazione "hold" sul titolo, con un prezzo obiettivo rivisto al ribasso da 16,7 a 16 euro. Il broker apprezza la visibilità di lungo periodo sulla produzione, ma ritiene che la guidance fornita dal gruppo su questo fronte sia troppo ottimistica.

Grande ottimismo da parte di altre banche d'affari

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Alla view cauta di HSBC si affiancano i giudizi molto positivi espressi da altre banche d'affari, a partire da Mediobanca Securities che proprio oggi ha reiterato la raccomandazione "outperform" su ENI, con un target price a 20 euro. Gli analisti credono che la trasformazione dl gruppo in una società più focalizzata sull'upstream stia dando i suoi frutti.

In uno scenario con un Brent al di sotto dei 65 dollari al barile, secondo Mediobanca ENI è in grado di ridurre la sua leva finanziaria al di sotto del 20% nel 2018 e di aumentare il dividendo di oltre il 10% nel 2019. Anche in uno scenario pessimistico con prezzi del petrolio a 55 dollari al barile, la generazione di cassa di ENI dovrebbe coprire investimenti e dividendi dal 2019, mentre la riduzione del debito nei prossimi anni dovrebbe trovare sostegno nel ricavato dalla vendita di asset che secondo Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) potrebbe superare i 10 miliardi di euro.

Infine, per quanto riguarda il futuro dell'attuale AD di ENI, a detta degli analisti una mancata riconferma di Claudio Descalzi è vista come un rischio relativamente basso dagli investitori.
Mediobanca si aspetta però una flessione del titolo qualora l'attualew Cda non venisse riconfermato, in quanto ciò porterebbe ad una discontinuità nel lavoro del senior management team.

A sperare in una conferma dell'AD Descalzi è il Credit Suisse (IOB: 0QP5.IL - notizie) , i cui analisti riconoscono che l'evoluzione di ENI continua grazie alla guida dell'attuale CEO. In attesa di novità la banca elvetica mantiene invariato il rating "outperform" sul titolo, con un fair value a 15,9 euro.

La stessa raccomandazione è stata ribadita nei giorni scorsi da Raymond James, con un prezzo obiettivo a 17,5 euro, dopo la presentazione del nuovo piano industriale e dei solidi risultati riferiti agli ultimi tre mesi del 2016.

Anche Citigroup punta su ENI invitando all'acquisto e confermando il titolo nella sua European Focus List. La banca americana segnala che i numeri del quarto trimestre dello scorso anno hanno mostrato un chiaro miglioramento nell'operating cash flow.

Infine, un invito all'acquisto per ENI giunge anche da Oddo Securities che la scorsa settimana ha migliorato il target price da 16,5 a 17,5 euro. Per gli analisti il calo dele spese per investimenti, il rimbalzo del flusso di cassa e le cessioni di asset sono per ENI eccellenti catalizzatori per l'anon in corso.

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