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Fiat Chrysler vede debito netto 2017 inferiore a 2,5 miliardi, bene azioni

MILANO (Reuters) - Fiat Chrysler (Fca) indica target ambiziosi sul 2017, con un debito netto industriale inferiore a 2,5 miliardi di euro, spingendo al rialzo le azioni in borsa.

Poche indicazioni da parte dell'AD, Sergio Marchionne, sulle accuse dell'agenzia Usa dell'ambiente Epa di aver un congegno per manipolare l'uscita di gas inquinanti di alcuni motori diesel Fca, ma con un cauto ottimismo: "i colloqui vanno bene", mentre al momento non ci sono elementi per valutare l'impatto e quindi il gruppo non ha fatto accantanamenti.

Sul fronte politico Marchionne dice che "apprezza" l'approccio del nuovo presidente Usa Donald Trump, con il quale ha avuti colloqui nei giorni scorsi. Trump ha detto che l'industria dell'auto deve produrre occupazione negli Usa e ha garantito che intende ridurre tasse e regolamentazione.

L'AD Fca ha confermato, "senza riserve", gli obiettivi sul 2018, considerati ambiziosi dalla maggior parte degli analisti, "anche se qualche numero potrebbe deviare", ha detto.

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RISULTATI E PREVISIONI STUPISCONO IN TERMINI DI CASH

Quest'anno il gruppo vede ricavi netti compresi tra 115 e 120 miliardi e Ebit adjusted a oltre 7 miliardi di euro.

I risultati del quarto trimestre 2016 sono in linea con l'eccezione del debito, migliore. I ricavi netti si attestano a 29,719 miliardi, l'Ebit adjusted a 1,549 miliardi, il debito netto industriale a 4,585 miliardi.

"I risultati sono buoni ma la conversione in termini di cash è positiva in modo sorprendente", dice Gabriele Gambarova di Banca Akros, sottolineando che il target di debito netto per fine 2017 è 'inferiore a 2,5 miliardi' rispetto a una stima di consensus a 4,2 miliardi.

Gambarova aveva segnalato già nel report di previsione che le stime degli analisti sul 2017 erano troppo conservative.

Un trader segnala che i target 2017 su debito ed Ebit adjusted sono "molto più aggressivi delle attese".

Bene il margine dell'area Nafta che sale al 7,4% nel 2016 dal 6,4% del 2015. L'Ebitda adjusted segna un rialzo del 15%, nonostante il lieve calo dei ricavi, "principalmente per effetto del miglioramento del mix prodotto, delle efficienze sugli acquisti e dei minori costi di garanzia", dice la nota Fca.

Secondo un sondaggio Reuters con 12 analisti, i ricavi di gruppo del trimestre erano attesi a 29,85 miliardi di euro (12 previsioni, range 27,66-31,23); l'Ebit adjusted a 1,51 miliardi euro (12 previsioni, range 0,91-1,88); l'utile netto a 768 milioni (9 previsioni, range 0,17-1,12); il debito netto industriale a 4,86 miliardi (8 previsioni, range 4,61-5,34).

Alle 15,20 le azioni Fca alla borsa di Milano sono in rialzo del 2,5% a 10,47 euro con scambi per 28 milioni di pezzi, da una media giornaliera di 24,7 milioni.

Il titolo oggi ha toccato quota 10,70, nuovo record da marzo 2015 e ha superato 10,68, livello segnato il giorno dell'annuncio dell'indagine Epa sulle emissioni di alcuni motori diesel Fca, che ha spinto le azioni a perdere il 16%.

MARCHIONNE TORNA SU IPOTESI FCA-GM

L'AD Fca dice di non aver mai parlato al presidente Trump di una fusione con GM, ma aggiunge che un'operazione del genere creerebbe il più grande gruppo automobilistico del mondo, che avrebbe sede negli Usa.

"Non ho mai parlato al presidente Trump di questa opzione", ha detto. Secondo l'analista che ha posto la domanda, Marchionne avrebbe detto che a Trump piacerebbe una fusione GM-Chrysler.

"E non voglio che questa casa (Fca) sia disturbata da qualcosa di diverso dal raggiungere gli obiettivi del piano 2018", ha aggiunto l'AD.

Ma questa operazione "darebbe vita al primo gruppo auto mondiale che avrebbe sede negli Usa", ha spiegato.

Mentre GM e Chrysler hanno sede negli Stati Uniti, Fca, che controlla il 100% di Chrysler ha sede ad Amsterdam.

"Le cose inevitabili alla fine succedono", ha concluso l'AD.

(Stefano Rebaudo)