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Green Pass fino a marzo o obbligo selettivo. Due ipotesi contro il crollo delle prime dosi

The extraordinary commissioner for the covid-19 emergency, general Francesco Paolo Figliuolo, appears as a guest on the tv show Porta a Porta. Rome (Italy), April 29th, 2021 (Photo by Samantha Zucchi/Insidefoto/Mondadori Portfolio via Getty Images) (Photo: Mondadori Portfolio via Getty Images)
The extraordinary commissioner for the covid-19 emergency, general Francesco Paolo Figliuolo, appears as a guest on the tv show Porta a Porta. Rome (Italy), April 29th, 2021 (Photo by Samantha Zucchi/Insidefoto/Mondadori Portfolio via Getty Images) (Photo: Mondadori Portfolio via Getty Images)

Continua a calare drasticamente il numero delle prime dosi somministrate. Nelle ultime settimane si è passati da circa 70mila alle poco più di 20mila registrate nella giornata di ieri. L’obiettivo resta però lo stesso, come ribadito in mattinata dal commissario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo: “La campagna vaccinale sta continuando, il nostro obiettivo è sfondare la quota dell′86% e andare al 90%”.

Con questo ritmo di somministrazioni, però, i tempi rischiano di dilatarsi molto. Se infatti la scorsa settimana calcolavamo che, tenendo un ritmo di 50mila vaccinazioni al giorno, si sarebbe potuto raggiungere l’obiettivo entro la prima settimana di dicembre, oggi il discorso con questi numeri cambierebbe non di poco. Il target del 90% di prime dosi verrebbe infatti raggiunto solo a marzo 2022. Che fare in questo caso? Al momento dalle parti del Ministero della Salute non è stato elaborato alcun piano di intervento. Si aspetta innanzitutto di vedere se questi dati al ribasso si consolideranno nelle prossime settimane. Se così fosse, i margini di azione sarebbero comunque ridotti. Due le ipotesi in campo: prorogare l’utilizzo del green pass almeno fino a marzo 2022, oppure introdurre l’obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori a contatto con il pubblico. Si parlerebbe quindi di una platea piuttosto ampia che dovrebbe permettere di raggiungere in tempi brevi l’obiettivo prefissato.

C’è però da aggiungere che, come già emerso in questi ultimi giorni, sul punto le posizioni all’interno del Ministero della Salute non sono del tutto concordi. In particolare i dei due sottosegretari sembrano essere abbastanza distanti tra loro sia sulla possibile estensione del Green pass che sulle somministrazioni delle terze dosi.

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Per Pier Paolo Sileri il Green pass dovrà essere l’ultimo elemento ad essere abbandonato, solo dopo le mascherine al chiuso ed il distanziamento tra le persone, quando la situazione epidemiologica e la copertura vaccinale lo permetteranno, dando quindi per assodato un suo utilizzo che vada ben oltre l’attuale scadenza fissata al 31 dicembre. Inoltre, per Sileri le terze dosi dovrebbero essere somministrate a tutta la popolazione generale a partire dal prossimo gennaio.

Di contro, dalle parti di Andrea Costa si invita alla prudenza. E si ricorda innanzitutto come il Green pass sia legato alla cessazione dello stato di emergenza fissata al prossimo 31 dicembre. Questa potrebbe essere prorogata sì fino al 31 gennaio, ma per andare oltre si dovrebbe rinnovare nuovamente lo stato di emergenza. Cosa non impossibile ma neanche così semplice. Da qui la possibile valutazione di un obbligo esteso ad altre categorie di lavoratori così come avviene oggi per gli operatori sanitari. Un invito alla prudenza, da parte di Costa, si ha anche sulla somministrazione delle terze dosi. Nessun balzo in avanti quindi, ma sarà la scienza nei prossimi mesi a dover indicare l’opportunità o meno di estenderla a tutta la popolazione.

Di certo, se si confermerà l’attuale trend di somministrazione delle prime dosi, qualcosa il Governo dovrà fare per invertire queste tendenza.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.