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I dazi Usa-Cina fanno paura. Alert analisti: mercati a rischio

I mercati azionari si avviano ad una conclusione di settimana all'insegna delle tensioni, complici le vendite che da qualche ora stanno dominando la scena. Il primo attacco ribassista si è avuto ieri a Wall Street dove l'S&P500 e il Nasdaq Composite hanno ceduto circa il 2,5%, ma è andata ancora peggio al Dow Jones che ha lasciato sul parterre quasi tre punti percentuali.

Una vera e propria debacle ha interessato la Borsa giapponese con il Nikkei 225 in caduta del 4,51%, mentre provano a limitare i danni i listini europei. Il Ftse100 ora cede l'1%, diversamente dal Cac40 e dal Dax30 che viaggiano entrambi in rosso di circa il 2%. Simile la situazione a Piazza Affari dove il Ftse Mib scende a mettere sotto pressione la soglia dei 22.000 punti, con una correzione dell'1,82%.

Trump annuncia dazi contro la Cina per 60 mld di dollari

Come spiegato da Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners, i mercati finanziari stanno mostrando chiaramente a Trump cosa pensano delle sue politiche commerciali e un messaggio molto chiaro è arrivato proprio da Wall Street che ieri ha vissuto una seduta segnata da forti tensioni ribassiste.
Le vendite ieri sono partite dopo che il Presidente Usa ha firmato il "Section 301 action", un memorandum che ha come obiettivo tariffe e altre sanzioni contro la Cina, per un valore annuo di 60 miliardi di dollari.

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L'obiettivo dichiarato è quello di porre fine alla concorrenza sleale e al furto di proprietà intellettuale da parte del Paese asiatico. Il presidente Trump ha incaricato il Rappresentate per il Commercio Usa di pubblicare l'elenco dei prodotti e dei dazi previsti entro 15 giorni e successivamente ci sarà un periodo di 30 giorni per i commenti.
Per il momento l`annuncio pubblico è di una tariffa del 25%, mentre per quanto riguarda i settori colpiti, gli analisti di Equita SIM spiegano che per il momento si è fatta menzione genericamente del settore dell'aerospazio, dell'information and communication technology e dei macchinari.
Il rappresentante per il Commercio Usa ha dichiarato che la lista includerà industrie menzionate nel report "Made (Parigi: FR0010328302 - notizie) in China 2025".

La reazione della Cina

La Cina da parte sua ha reagito alla mossa di Trump con l'annuncio di tariffe per circa 3 miliardi di dollari sulle importazioni dagli Stati Uniti, riguardanti prevalentemente prodotti alimentari e metalli semilavorati. Gli economisti di Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) spiegano che il Paese asiatico al momento mantiene un tono flessibile e mostra una certa apertura al dialogo, lasciando da parte per ora misure più efficaci da adottare in caso di escalation delle tensioni.

La politica commerciale Usa è un rischio per i mercati

Secondo gli esperti di Equita SIM l'aggressiva politica commerciale dell'amministrazione Trump rappresenta un elemento di rischio per i mercati, non solo per la probabile reazione della Cina e in futuro della Germania, che ha un avanzo commerciale superiore a quello cinese, ma anche per gli impatti sull`inflazione, in un momento in cui anche la politica fiscale e' diventata super espansiva.

In sostanza le tensioni tra Stati Uniti e Cina rischiano di avere in prospettiva conseguenze rilevanti sull'economia mondiale e intanto stanno già pesando e non poco sui mercati finanziari.

La view di Citigroup (NYSE: C - notizie) e di Morgan Stanley (Xetra: 885836 - notizie)

Le vendite cui stiamo assistendo nelle ultime ore sembrano destinate a proseguire visto che, come spiegato dagli analisti di Citigroup, la paura di un'escalation dello scontro attuale in una guerra commerciale, potrebbe estendere il mood ribassista.

Provano a gettare un po' di acqua sul fuoco gli esperti di Morgan Stanley, i quali ritengono che le mosse commerciali di Trump non siano così gravi come temuto dal mercato. La banca americana crede che i dazi avranno un impatto relativamente moderato, stimando una frenata della crescita delle esportazioni di quasi l'1% e un impatto negativo di solo lo 0,1% sulla crescita del PIL cinese.

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