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I titoli italiani esposti al rischio Turchia. Chi è in pericolo?

I mercati azionari non sembrano risentire delle cattive notizie arrivate durante il week-end dal fronte geopolitico. Il fallito tentativo di colpo di Stato avvenuto in Turchia tra venerdì e sabato non ha avuto ricadute oggi sull'andamento delle Borse e l'unico asset che ha subito movimento di rilievo è stata la lira turca.

Turchia: decimo Paese per le esportazioni italiane

Si guarda in ogni caso con una certa attenzione alla situazione in Turchia dove le tensioni restano. Gli analisti di Equita SIM fanno notare che la Turchia, con 76 milioni di abitanti, è il decimo paese per livello di esportazioni italiane che constano di circa 10 miliardi di euro.

Il 26% delle esportazioni è realizzato dal settore della meccanica industriale, il 12% estrattivo, l'11% riguarda i mezzi di trasporto, il 9% i metalli e l'8% sia la chimica che la gomma e la plastica.
Le tensioni in Turchia inducono gli analisti a focalizzare l'attenzione sulle società di Piazza Affari che sono maggiormente esposte a questo Paese.

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A rischio Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) , si teme meno per ENI (Euronext: ENI.NX - notizie)

Equita SIM segnalata che tra i bancari il sorvegliato speciale è Unicredit, visto che il gruppo ha un'esposizione in Turchia attraverso il controllo del 40% di Yapi Kredi, 3 banca del paese per sportelli con una quota di mercato del 9% e leader in alcuni segmenti del settore retail.

La partecipazione è consolidata ad equity e, ai prezzi mercato, vale circa 37 centesimi per azione, ricordando che Yapi Kredi contribuisce per il 15% agli utili consolidati. Non cambia intanto la strategia della SIM milanese che suggerisce di mantenere Unicredit in portafoglio con un prezzo obiettivo a 4,1 euro.

Tra le blue chips di peso nel paniere del Ftse Mib si segnala ENI (Londra: 0N9S.L - notizie) , per il quale però gli analisti ritengono che l'esposizione alla Turchia sia marginale per le dimensioni del gruppo.
Le attività di Eni in Turchia sono indirizzate principalmente nella divisione Gas & Power. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) paese Eni vende gas naturale che viene trasportato dalla Russia tramite il gasdotto Blue Stream, uno dei principali gasdotti internazionali che trasporta gas naturale dalla Russia alla Turchia, attraverso il Mar Nero.

Gazprom ed ENI sono partner al 50% nel gasdotto che genera un flusso stabile di utile operativo, grazie alla vendita su base long-term dei relativi diritti di trasporto.
Confermata la view positiva su ENI che per Equita SIM resta da acquistare con un target price a 15,5 euro.

L'esposizione alla Turchia di Snam (Amsterdam: QE6.AS - notizie) ed Fca

Nel settore energetico segnaliamo anche Snam visto che il progetto TAP porterà il gas in Europa dall’Azerbajan e in Turchia è in costruzione il Tanap per collegare il TAP e assicurare quindi il passaggio del gas nel Paese.
Il TAp è il principale progetto per creare in Italia un HUB del gas, per cui Snam sta effettuando investimenti sul reverse flow in Italia. Secondo gli analisti di Equita SIM, che su Snam mantengono fermo il rating "hold" con un fair value a 5,6 euro, il tentato golpe in Turchia aumenta l’incertezza sulla visibilità del progetto.

A risentire del fallito colpo di Stato potrebbe essere anche Fca visto che, secondo quanto evidenziato da Banca IMI, è molto presente in Turchia attraverso la joint-venture Tofas, il cui andamento condiziona la valutazione del titolo nell'ordine di quasi il 12%. In attesa di novità gli analisti continuano a puntare su Fca, reiterando la raccomandazione "buy" con un prezzo obiettivo a 9,2 euro.

Uno sguardo ai titoli a minore capitalizzazione

Spostando lo sguardo ai titoli a minore capitalizzazione, Equita SIM fa notare che che Astaldi (EUREX: 566053.EX - notizie) è significativamente esposta alla Turchia tenuto conto che è coinvolta nella costruzione e gestione dell’autostrada Gebze-Izmir, del Terzo Ponte sul Bosforo e dell’Ospedale di Etilik. L'idea è che l'aumento del rischio Paese potrebbe ulteriormente rallentare il processo di valorizzazione degli asset, portando a valutazioni non pienamente soddisfacenti. Nel frattempo la SIM milanese resta neutrale su Astaldi (Londra: 0DMQ.L - notizie) , con un rating "hold" e un target price a 4,8 euro.

Esposta anche Cementir che possiede in Turchia 4 cementifici, impianti di produzione di RMC e di trattamento dei rifiuti per produzione di CDR. Equita SIM, che consiglia di limitarsi a mantenere il titolo in portafoglio con un fair value a 5,3 euro, ricorda che la Turchia rappresenta circa il 30% dell’EBITDA 2016 del gruppo.

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