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Il Papa va alle radici d'Europa, per un segnale forte sui migranti

Il Papa parte giovedì alla volta di Cipro e Grecia. Più tempo a Cipro che in Grecia, in verità. Perché tanti giorni dedicati all’isola divisa a metà con la Turchia? Come ama fare Francesco, è attraverso i “piccoli” che vuole dare un messaggio universale.

Il viaggio, dal 2 al 6 dicembre, è un vero pellegrinaggio alle radici dell’Europa, come ha sottolineato lo stesso Pontefice nel videomessaggio pubblicato ieri. Un viaggio che indica la necessità più che di una ripartenza, di una vera e propria resurrezione. Secondo la mitologia della Grecia classica, dalla spuma delle acque mediterranee di Cipro emerse Afrodite, dea della bellezza e dell’amore, in sostanza dea della vita. “A Petra tou Romiou,” un grosso scoglio, segna il suo luogo leggendario di nascita, a metà strada tra Limassol e Pathos. Paphos (patrimonio culturale mondiale dell’Unesco) , capitale di Cipro ai tempi dell’impero romano, è la città dove nel 47 dopo Cristo gli apostoli Paolo (San Paolo, proprio lui) e Barnaba, sbarcati sull’isola, convertirono il proconsole Sergius Paulus. Cosicché Cipro fu anche la prima provincia dell’Impero ad essere governata da un cristiano.

A Cipro, Paolo e Barnaba (nato lì, patrono dell’isola che in seguito evangelizzò Milano) incontrarono San Lazzaro (il fratello di Marta e Maria che era stato “svegliato” dalla morte da parte di Gesù), che si era trasferito a Cipro, il santo maggiormente venerato dai cristiani ciprioti, a cui è dedicata la più antica basilica bizantina dell’isola, ora ortodossa, a Larnaca. San Lazzaro, Lazzaro di Betania, che proprio quest’anno Papa Francesco ha associato alla memoria liturgica della sorella Marta, con quella di Maria, da celebrarsi il 29 luglio, ne fu il primo vescovo e a Larnaca è stata ritrovata la sua seconda tomba (visto che dalla prima era uscito vivo) e i suoi resti già nel 600 dopo Cristo.

La storia insomma ha fatto di Cipro, un luogo di resurrezione personale e sociale, persino istituzionale. Ponte d’Europa con il Medio Oriente e Israele da una parte e l’Asia dall’altra, Cipro è segnata dalle contraddizioni. Resiste l’ultimo muro d’Europa, la Green Line che separa la parte turca da quella greca. Ma anche le contraddizioni sono destinate ad essere erose dalla storia. Quel Muro negli ultimi anni è diventato estremamente “poroso” e attraversato da migliaia di migranti che dal Medioriente anelano di raggiungere l’Europa, la ragazza così bella, che secondo la mitologia greca, fece innamorare di sé lo stesso Zeus.

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Cipro e Grecia vogliono dire Mar Mediterraneo, mare nostrum, come ha ripetuto anche ieri Francesco. Un mare che in tanti dall’Africa e dall’Asia attraversano per raggiungerci e sfuggire a fame, miseria, assenza di futuro. E ancora una volta una leggenda (minoritaria) sulla sorte di San Lazzaro di Cipro ci insegna qualcosa per l’oggi. San Lazzaro di Betania non sarebbe morto a Cipro, ma con le sue sorelle sarebbe partito su una nave senza remi e senza vele approdando attraverso il Mediterraneo a Marsiglia, di cui sarebbe stato il primo vescovo, martirizzato sotto l’imperatore Nerone. Una barca senza vela e senza remi, come quella di tanti profughi di oggi. Cinquanta di loro raggiungeranno l’Italia con un corridoio umanitario voluto dal Papa, poco prima del prossimo Natale.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.