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Il polimero riciclabile che sostituirà per sempre la plastica

Un’immagine del polimero riciclabile (Bill Cotton/Colorado State University)
Un’immagine del polimero riciclabile (Bill Cotton/Colorado State University)

Per risolvere il problema dell’inquinamento globale ci vuole un impegno costante. E se si può anche qualche invenzione inaspettata. I chimici dell’Università del Colorado forse hanno trovato una risposta alla domanda: “si può produrre un materiale plastico che sia sempre riciclabile?”

La risposta pare che sia un , perché questi ricercatori hanno messo a punto un polimero che si basa sulla Gbl (gamma-butirolactone) e possiede tutte le principali caratteristiche che ha anche la plastica ma, a differenza di quest’ultima, può essere scomposto in modo semplice e netto senza ricorrere a sostanze tossiche e solventi inquinanti.

Il coordinatore del progetto Eugene Chen ha detto: “In linea di principio il nuovo materiale può essere riutilizzato infinite volte“. In sostanza questo polimero può essere riportato alla sua struttura originaria in pochi minuti e a temperatura ambiente; un processo dunque che permette al materiale di essere utilizzato di nuovo, assumendo un’altra forma senza perdere la consistenza. I ricercatori lo hanno definito un materiale dal “ciclo vitale circolare“, e questa particolarità potrebbe aiutare il genere umano a superare un suo grande problema: l’inquinamento dei mari e delle terre.

Un’immagine emblematica dell’inquinamento generato dall’uomo con la plastica (Getty)
Un’immagine emblematica dell’inquinamento generato dall’uomo con la plastica (Getty)

Infatti qualora questo materiale venisse utilizzato per produrre oggetti, una volta ‘buttato’ potrebbe essere recuperato, riportato allo stato primario come spiegato nel paragrafo precedente, e rimesso sul mercato senza patemi.

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Per avere a disposizione il polimero bisognerà aspettare un po’ di tempo: non è ancora stato depositato un brevetto, perché il progetto non è ancora completo. La tecnica di produzione è da ottimizzare, per raggiungere dei costi poco superiori rispetto alla produzione della “normale” plastica.

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