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Inchiesta Nigeria, Eni respinge accuse ex manager e ribadisce propria estraneità

Il logo dell'Eni, nella sede romana del gruppo. REUTERS/Alessandro Bianchi (Reuters)

MILANO (Reuters) - Le dichiarazioni di Vincenzo Armanna (ex manager Eni fra gli indagati di corruzione internazionale nell'inchiesta della procura di Milano sull'acquisizione di un campo petrolifero in Nigeria) "hanno evidenti profili diffamatori" ed "Eni ribadisce l'estranerità dell'azienda da qualsiasi condotta illecita in relazione all'acquisizione del blocco Opl245 in Nigeria". Lo dice in una nota la società, dopo che oggi Repubblica ha pubblicato una intervista ad Armanna che ricostruisce la vicenda dell'acquisizione del campo nigeriano e le presunte responsabilità dei vertici del gruppo. Nell'inchiesta milanese, che ipotizza il pagamento di diverse centinaia di milioni di euro di tangenti per ottenere il diritto allo sfruttamento del giacimento, sono indagati far gli altri l'attuale e l'ex AD di Eni Claudio Descalzi e Paolo Scaroni. "Prendiamo atto delle asserzioni di Vincenzo Armanna che hanno evidenti profili diffamatori e ovviamente daranno seguito a tutte le azioni legali a tutela dell'immagine di Eni e dei suoi manager - si legge nella nota della società - Eni ribadisce l'estraneità dell'azienda da qualsiasi condotta illecita in relazione all'acquisizione del blocco Opl 245 in Nigeria". Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia