Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    32.665,21
    -944,69 (-2,81%)
     
  • Dow Jones

    38.589,16
    -57,94 (-0,15%)
     
  • Nasdaq

    17.688,88
    +21,28 (+0,12%)
     
  • Nikkei 225

    38.814,56
    +94,06 (+0,24%)
     
  • Petrolio

    78,49
    +0,04 (+0,05%)
     
  • Bitcoin EUR

    62.082,74
    +346,50 (+0,56%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.382,40
    -35,47 (-2,50%)
     
  • Oro

    2.348,40
    -0,70 (-0,03%)
     
  • EUR/USD

    1,0711
    -0,0031 (-0,29%)
     
  • S&P 500

    5.431,60
    -2,14 (-0,04%)
     
  • HANG SENG

    17.941,78
    -170,82 (-0,94%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.839,14
    -96,36 (-1,95%)
     
  • EUR/GBP

    0,8438
    +0,0026 (+0,31%)
     
  • EUR/CHF

    0,9526
    -0,0070 (-0,73%)
     
  • EUR/CAD

    1,4700
    -0,0050 (-0,34%)
     

Italia, fatturato industria +2,1% in 2016

MILANO (Reuters) - Il fatturato dell'industria italiana crescerà del 2,1% quest'anno a prezzi costanti, con ritmi più equilibrati tra i settori rispetto allo scorso anno, quando oltre il 70% dell'incremento è dipeso dal recupero del settore auto. E' la previsione contenuta nell'89esimo rapporto 'Analisi dei settori industriali', a cura di Intesa Sanpaolo e Prometeia e presentato oggi a Milano. La crescita dell'economia e dell'industria, sottolinea lo studio, sarà sostenuta soprattutto dalla domanda interna, in particolare dai consumi. "Gli ultimi dati del Pil sono certamente incoraggianti", compatibili con una crescita media annua di 1-1,2%" ha detto Gregorio De Felice, capoeconomista di Intesa, conversando a margine della presentazione con Reuters. A favorire questo modello di crescita un mix di fattori: una politica fiscale neutrale o leggermente espansiva, una politica monetaria iperespansiva e costi dell'energia bassi. "Anche la bassa inflazione, se percepita come temporanea, accresce il potere di acquisto delle famiglie", ha sottolineato l'economista. D'altra parte, ha proseguito De Felice nel corso della presentazione, "la crescita economica in un Paese manifatturiero come l'Italia non può essere spinta soltanto dai consumi ma ha bisogno anche degli altri cilindri". E qui si arriva al capitolo rischi che gravano sullo scenario: la debolezza del trend degli investimenti, anche se qualcosa sta lentamente ripartendo, l'instabilità politica in Europa e la difficoltà delle istituzioni comunitarie di trovare accordi su molti punti (dall'immigrazione all'unione bancaria) e il rallentamento del commercio internazionale. Tornando al rapporto sull'industria, emerge come al termine della crisi il tessuto produttivo del manifatturiero appaia più solido, meno vulnerbaile, più competitivo ed orientato alla internazionalizzazione. Per l'industria italiana la crisi, ha ricordato Alessandra Lanza, responsabile strategie industriali e territoriali di Prometeia, è stata drammatica nelle dimensioni (-25% di produzione industriale e la chiusura di 55 imprese) ma la ristrutturazione del settore sta avendo anche effetti benefici, tra cui spicca una lieve crescita dimensionale delle aziende. (Elvira Pollina) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia