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Italia, da Pil e Pmi nuove indicazioni negative per 2015

Un operaio. REUTERS/Giampiero Sposito (Reuters)

MILANO/ROMA (Reuters) - - A un mese dall'ingresso nel 2015 i più recenti dati italiani offrono indicazioni poco rassicuranti per il Pil del prossimo anno. Tra le componenti del prodotto nazionale solo export e consumi privati hanno battuto, molto flebilmente, un colpo nell'ambito di un terzo trimestre che si è confermato economicamente desolante. E l'indice sul Pmi manifatturiero, importante spia dell'andamento e del sentiment del settore, a novembre ne ha evidenziato per il secondo mese la fase di contrazione. "Manca una stabilizzazione economica perché non c'è l'apporto del driver più importante, l'export, che avrebbe dovuto innescare la ripresa degli investimenti" commenta Riccardo Barbieri di Mizuho, di fronte a una crescita delle esportazioni che anche nel terzo trimestre non è andata oltre a un modesto +0,2% congiunturale. Mentre gli investimenti registrano un pesante calo dell'1% che attesta come gli imprenditori italiani restino alla finestra in attesa di un miglioramento del quadro di domanda estera e interna. A livello nazionale spicca la novità del miglior andamento della spesa delle famiglie (+0,1%) rispetto a quella pubblica (-0,3%). Da un lato il lieve rialzo dei consumi privati beneficia molto probabilmente della introduzione del bonus da 80 euro per i redditi più bassi, dall'altro pesano attuazione della spending review e, a livello locale, del patto di stabilità interno. Nell'insieme l'economia italiana esce dal terzo trimestre con un calo congiunturale dello 0,1% e con una variazione acquisita per il 2014 salita allo 0,4% che la recente stima Istat di un Pil fermo nel quarto trimestre fa ritenere molto vicina alla variazione definitiva dell'anno in corso. Ma soprattutto un'ultima parte dell'anno non positiva porta con sé un potenziale effetto trascinamento negativo sul 2015. Il governo per il raggiungimento del +0,6% del prossimo anno punta sull'effetto espansivo della legge di Stabilità, messo in dubbio per ultimo dalla Commissione Ue che vede il rischio di aumenti delle imposte e/o di tagli delle spese di investimento a livello locale come risposta alla riduzione dei trasferimenti. Un contributo esogeno positivo, se si confermerà nei prossimi mesi, potrebbe giungere dal brusco calo del prezzo del greggio che riduce costi di import e di produzione e, attraverso il minor prezzo della benzina, aumenta lo spazio di manovra dei consumatori. Mentre, su scala maggiore, resta centrale un maggior apporto dell'export, penalizzato nel 2014 dalla crescita inferiore alle attese di paesi emergenti ed Europa e dalle sanzioni Ue alla Russia.