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Italia, Moody's: emissioni corporate a minimi, dimezzate su 2015

MILANO (Reuters) - Le emissioni di corporate bond italiani sono partite in maniera lenta e rimarranno contenute nel 2016, continuando il trend discendente dai massimi del 2012 e del 2013.

Lo sostiene l'agenzia Moody's in uno studio, nonostante la partenza in questi giorni del programma di acquisto di corporate bond dell'Eurosistema che, nelle attese della Bce e di molti operatori, dovrebbe invece dare un impulso al ricorso delle imprese ai mercati obbligazionari.

Nei primi quattro mesi del 2016, sottolinea Moody's, le emissioni di corporate italiani (esclusi i private placement) sono ammontate a 4,4 miliardi di euro, in calo del 70% rispetto allo stesso periodo del 2015.

Nei 12 mesi al 30 aprile scorso, prosegue il report, il dato è di 11,2 miliardi, il 48% in meno rispetto all'intero 2015 e al di sotto del precedente minimo di circa 15 miliardi registrato nel 2011. Nel 2008, tuttavia, in piena crisi finanziaria le emissioni erano crollate a circa 5 miliardi.

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"Finora quest'anno le emissioni suggeriscono un proseguimento del declino nel corso del 2016" osserva il vice presidente di Moody's Lorenzo Re, uno degli autori del report. "Non escludiamo un rimbalzo nella seconda metà dell'anno, ma il nostro scenario di base è quello di un mercato che rimarrà piuttosto volatile, tenendo basso il volume delle emissioni".

EMITTENTI REGOLARI

Dopo che l'Italia è stata il principale mercato del debito periferico negli ultimi anni, prosegue Re, "i volumi di emissione negli altri paesi risulteranno probabilmente più alti nel 2016, sostenuti da prospettive di crescita economica leggermente più forti e da migliori condizioni di emissione".

L'agenzia prevede inoltre che -- sebbene nei primi quattro mesi del 2016 siano arrivati sul mercato società che non avevano mai emesso in precedenza (Onorato Armatori, Ferrari e Concessioni autostradali venete), seguite in maggio da un altro 'first time issuer' (Igd) -- il resto dell'anno sarà comunque guidato dai collocamenti dei grandi emittenti regolari, date anche le scadenze che li attendono nei prossimi 12-18 mesi.

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