Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • Dow Jones

    38.865,38
    +13,11 (+0,03%)
     
  • Nasdaq

    16.322,06
    -27,18 (-0,17%)
     
  • Nikkei 225

    38.835,10
    +599,03 (+1,57%)
     
  • EUR/USD

    1,0753
    -0,0021 (-0,19%)
     
  • Bitcoin EUR

    58.545,76
    -390,49 (-0,66%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.309,30
    -55,82 (-4,09%)
     
  • HANG SENG

    18.479,37
    -98,93 (-0,53%)
     
  • S&P 500

    5.183,72
    +2,98 (+0,06%)
     

JOYY esce da listino Nasdaq su accordo azionisti, valutata a 8 mld $ - fonti

Il fondatore e Ceo di Xiaomi Lei Jun atdurante la cerimonia di lancio dello Xiaomi Mi 9 a Pechino

di Julie Zhu

HONG KONG (Reuters) - I due maggiori azionisti di JOYY Inc - il presidente David Li e il fondatore di Xiaomi Lei Jun - intendono procedere con il delisting dell'azienda quotata sul Nasdaq, in un accordo che la valuterebbe fino a 8 miliardi di dollari.

Lo hanno riferito tre fonti a conoscenza della situazione.

I due azionisti ritengono che la società cinese di social media sia sottovalutata sul mercato statunitense, dicono le fonti. A luglio JOYY segnava un market value medio pari a 3,9 miliardi di dollari, mentre il valore netto degli asset del gruppo il 30 giugno corrispondeva a 5,6 miliardi di dollari, in base agli ultimi risultati trimestrali.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Li e Lei intendono offrire tra 75 e 100 dollari per azione per il delisting di JOYY, secondo due fonti, equivalente a un premio tra il 50 e il 100% del prezzo medio delle azioni nel corso dello scorso mese.

Ognuna delle fonti ha parlato a condizione di non essere citata, poiché le informazioni divulgate sono di natura privata.

Li e Lei non hanno risposto immediatamente a una richiesta di commento, inviate rispettivamente attraverso JOYY e Xiaomi. Lo stesso vale per il gruppo JOYY.

Il titolo JOYY scambia in rialzo dell'8,6% negli scambi pre-market.

Li e Lei controllano rispettivamente il 23,2% e il 7,8% di JOYY, in base al report annuale del gruppo per il 2020. Li gode del 76% dei diritti di voto.

Se andrà in porto, l'accordo si aggiungerà a un crescente numero di aziende cinesi in uscita dalla Borsa di New York perche' scelgono di non essere piu' quotate o di esserlo in mercati azionari più vicini alle loro sedi centrali.

(Tradotto a Danzica da Enrico Sciacovelli, in Redazione a Roma Giselda Vagnoni, enrico.sciacovelli@thomsonreuters.com, +48587696613)