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"Juventus macchina ingolfata". Indagine su plusvalenze per 282 milioni

Andrea Agnelli (R), president of Juventus, with Pavel Nedved (C) and Fabio Paratici, before Italian serie A soccer match, SS Lazio vs Juventus Fc, at the Olimpico stadium in Rome, Italy, 04 December 2015.  ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI (Photo: MAURIZIO BRAMBATTIANSA)
Andrea Agnelli (R), president of Juventus, with Pavel Nedved (C) and Fabio Paratici, before Italian serie A soccer match, SS Lazio vs Juventus Fc, at the Olimpico stadium in Rome, Italy, 04 December 2015. ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI (Photo: MAURIZIO BRAMBATTIANSA)

Un’inchiesta sulla compravendita dei calciatori e sui bilanci. La Procura di Torino sta indagando sui conti della Juventus. Nel mirino plusvalenze per 282 milioni in tre anni “connotate da valori fraudolentemente maggiorati”, secondo gli inquirenti. La Guardia di Finanza ha perquisito le sedi della società bianconera a Torino e a Milano per recuperare carte relative alla gestione tra gli anni 2019 e 2021. Gli indagati sono sei: il presidente Andrea Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved, l’ex responsabile dell’area sportiva Fabio Paratici, ora al Tottenham, l’attuale Chief Corporate & Financial Officer Stefano Cerrato, l’ex Chief Corporate & Financial Officer, Stefano Bertola, e l’ex dirigente finanziario Marco Re. È indagata anche la Juventus, nella veste di persona giuridica.

Le ipotesi di reato sono false comunicazioni sociali ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Al vaglio degli investigatori, in quella che è stata chiamata in codice “operazione Prisma”, ci sono i trasferimenti di alcuni calciatori e le prestazioni rese dagli intermediari nel corso delle transazioni.

Dell’inchiesta, scattata al termine delle contrattazioni settimanali della Borsa, è stata data comunicazione alla Consob e alla procura federale della Figc. In procura il fascicolo è aperto dal maggio di quest’anno. Se ne occupa un pool di magistrati composto dai pm Ciro Santoriello, Marco Gianoglio e Mario Bendoni.

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Da alcune intercettazioni telefoniche emerge una società paragonata a una “macchina ingolfata” a causa di investimenti oltre le previsioni di budget e di altre operazioni poco accurate, tra cui gli stipendi eccessivi. Stando alle telefonate sembra Fabio Paratici “l’artefice della pianificazione preventiva delle plusvalenze”, ma il Cda della società bianconera, e “in primis il presidente Andrea Agnelli”, era “ben consapevole” della sua condotta. In un’altra conversazione si sente dire “sì ma non era solo il Covid e questo lo sappiamo bene”, con riferimento alle difficoltà che la società stava affrontando.

Le indagini si concentrano sulle cosiddette “operazioni a specchio”. Ad esempio l’acquisto dall’Olympique Marsiglia del ventenne Marley Akè per 8 milioni di euro, in cambio della cessione alla stessa cifra di Franco Tongya, 19enne nato a Torino da genitori camerunensi e cresciuto nel vivaio della Juventus. Oppure l’acquisto dal Barcellona di Alejandro Marques Mendez, attaccante spagnolo ventenne ora in prestito al club spagnolo CD Mirandés, per 8,2 milioni di euro, in cambio del centrocampista brasiliano 23enne Matheus Pereira valutato 8 milioni di euro. Nel mirino degli inquirenti anche le cessioni e le acquisizioni effettuate in prossimità della scadenza contrattuale, come nel caso dell’acquisto per 18 milioni di euro di Nicolò Rovella dal Genoa, con contestuale cessione allo stesso Genoa di Manolo Portanova per 10 milioni e di Elia Petrelli per 8 milioni.

Ci sono accertamenti anche sui rapporti economici con Cristiano Ronaldo nell’inchiesta della procura di Torino e della guardia di finanza sui conti della Juventus che ieri ha portato a una serie di perquisizioni. Il calciatore non risulta indagato. I militari però hanno ricevuto dai magistrati l’incarico di cercare “documenti e scritture private” relative al contratto e alle retribuzioni arretrate.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.