L’Italia non accelera, Pil al ribasso. A questi ritmi si tornerà ai livelli pre-crisi solo nel 2028
Al ribasso. Il centro studi di Confindustria ha corretto le stime sulla crescita del Prodotto interno lordo: nel 2016 il Pil aumenterà solo dello 0,7%, invece che +0,8%, e nel 2017 dello 0,5%, piuttosto che +0,6%. Sono dati, comunque, abbastanza deprimenti.
La crescita è piatta, per il Vincenzo Boccia, presidente dei Confindustria: “Serve una grande intesa per il Paese, con la necessità di avviare un circolo virtuoso per l’economia”. In tre passi: più produttività, più investimenti privati, più finanza di impresa.
In quindici anni l’Italia non è cresciuta. Secondo i dati del rapporto Csc, dal 2000 al 2015 il Pil è aumentato del 23,5 in Spagna, del 18,5 in Francia e del 18,2 in Germania. In Italia è calato dello 0,5. Per Confindustria lo scenario economico può migliorare se si rimuovessero gli ostacoli che intralciano il pieno sfruttamento e l’ampliamento del potenziale italiano. Partendo dal credito, che continua a contrarsi, e la minore competitività del paese, zavorrata dalla scarsa produttività. Diversamente, con i ritmi di crescita così bassi, arriveremo ai livelli pre-crisi nel 2028.