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La Brexit? Conviene!

Camden, Londo (Flickr)

All'indomani del referendum con cui la Gran Bretagna ha detto sì alla Brexit le previsioni erano semplicemente catastrofiche: l'Inghilterra si chiuderà in se stessa, l'Europa scomparirà. Entrambe perderanno occasioni di sviluppo economico, si sentiva dire da ogni dove. Esattamente due mesi dopo, la situazione è decisamente meno drammatica.

Certo, la sterlina ha perso il 15% del suo valore, e chi si occupa di import nel Regno Unito è di pessimo umore. Ma i turisti sorridono, e non poco: andare a Londra per le vacanze è diventato più facile, grazie a un cambio che lunedì 22 agosto, per esempio, è stato di 0,86 euro per una sterlina.

I prezzi nella metropoli, una delle città più care al mondo, non sono certo crollati. Ciò che è cambiato, come abbiamo detto, è il rapporto di conversione, che rende i beni più economici di prima. Per capirci, prendiamo ad esempio una visita alla mostra su un simbolo della cultura popolare britannica: i Rolling Stones. In corso alla Saatchi Gallery, la retrospettiva costava 32 euro ad aprile, al momento dell'inaugurazione; oggi il biglietto viene 29 euro.

Insomma, i turisti arrivano e spendono con più generosità. Non a caso, a luglio l’associazione dei commercianti del West End (che vuol dire Oxford, Regent e Bond street) ha dichiarato vendite da primato: 400 milioni di sterline, il 4,9% in più che nel 2015. Proprio nel 2015 - quando ancora era cara - Londra è stata raggiunta da 31,5 milioni di visitatori, di cui quasi 19 milioni stranieri. Il giro d'affari è stato stimato in 15 miliardi di sterline, +15% rispetto al 2010. Con un cambio così favorevole, gli esperti prevedono oltre 35 milioni di visite prima del 2020.

Chi ci perde, allora? Gli inglesi che vogliono andare all'estero. Sette giorni fa la sterlina valeva 0,99 euro. Sono lontani i tempi in cui il cambio Britannia/Europa era a quasi 1,50.