Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 8 hours 15 minutes
  • FTSE MIB

    34.191,66
    +251,91 (+0,74%)
     
  • Dow Jones

    38.085,80
    -375,12 (-0,98%)
     
  • Nasdaq

    15.611,76
    -100,99 (-0,64%)
     
  • Nikkei 225

    37.934,76
    +306,28 (+0,81%)
     
  • Petrolio

    84,09
    +0,52 (+0,62%)
     
  • Bitcoin EUR

    59.913,97
    -14,77 (-0,02%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.389,60
    -6,94 (-0,50%)
     
  • Oro

    2.351,50
    +9,00 (+0,38%)
     
  • EUR/USD

    1,0733
    0,0000 (-0,00%)
     
  • S&P 500

    5.048,42
    -23,21 (-0,46%)
     
  • HANG SENG

    17.667,41
    +382,87 (+2,22%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.971,19
    +32,18 (+0,65%)
     
  • EUR/GBP

    0,8583
    +0,0009 (+0,11%)
     
  • EUR/CHF

    0,9794
    +0,0009 (+0,09%)
     
  • EUR/CAD

    1,4641
    -0,0008 (-0,05%)
     

L'economia Usa ha frenato

L'economia americana ha frenato bruscamente il passo nel I trimestre dell'anno, crescendo soltanto dello 0,5% e dando ragione alla prudenza della Federal Reserve - riaffermata nel suo ultimo vertice - nel programmare nuovi rialzi di tassi di interesse. Nonostante l’omissione del riferimento alle tensioni finanziarie internazionali nel comunicato finale del meeting Fed ed il possibile impatto di fattori stagionali negativi nel computo del dato di crescita economica dei primi tre mesi dell’anno, il mercato sembra assai poco convinto che la banca centrale provvederà ad alzare il tasso ufficiale di interesse a giugno e comincia a ipotizzare, a fronte del vistoso rallentamento della crescita e dell’andamento tutto sommato contenuto dell’inflazione, che l'intervento possa essere rimandato a dopo l'estate.

Per quanto riguarda l’Europa a fine settimana sono stati pubblicati incoraggianti dati relativi al Pil del I trimestre per Francia, Spagna e anche Eurozona, dove la crescita economica nei primi tre mesi dell’anno si è attestata al +0,6% t/t dal precedente +0,3% e contro attese pari al +0,4% con la variazione tendenziale del +1,6% in linea con il dato precedente e contro attese pari al +1,4%. Resi noti per Eurozona anche i dati relativi all’inflazione per il mese di aprile che hanno evidenziato nella componente core un indice dei prezzi in aumento dello 0,8% a/a dal precedente aumento del +1% e sotto le attese pari al +0,9%. Il tasso di disoccupazione in Eurozona ha evidenziato un’ulteriore contrazione al 10,2% dal 10,4% di febbraio e contro attese pari al 10,3%.

Ftse/Mib

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Il Ftse Mib, nell’ottava trascorsa, raggiunge la resistenza posta a 19.000 punti, ma viene immediatamente respinto. A questo punto, prima di assistere a un nuovo tentativo di allungo, assisteremo ad una fase laterale di consolidamento, nella quale sarà importante il mantenimento del supporto posto a 18.260 punti. Una discesa sotto i 18.260-18.200 punti favorirebbe invece una discesa dei prezzi verso 17.910 punti. Si segnala che Fiat (Hannover: FIA1.HA - notizie) ha deciso di distribuire ai suoi azionisti il 16,7% detenuto in Rcs, di cui era primo socio; anche la controllante Exor venderà il 5% proveniente dall'operazione, mentre diventerà azionista, con una quota del 5%, dell'Espresso a seguito dell'integrazione tra il gruppo che edita La Repubblica e La Stampa e il Secolo XIX.

Mercato Obbligazionario

La struttura tecnica del Bund Future è debole. Le (Taiwan OTC: 8490.TWO - notizie) quotazioni, dopo essere scese fino a quota 161,50 circa, per poi rimbalzare. L’incrocio delle medie mobili e i principali indicatori tecnici segnalano un cambio di tendenza per il breve termine. Un nuovo allungo dovrà affrontare un primo ostacolo a quota 163,00 e una seconda resistenza attorno a quota 163,32. Il ritorno sopra quest'ultimo livello potrà avvenire solo dopo un'adeguata fase laterale di riaccumulazione. Importante, sotto questo punto di vista, la tenuta del supporto situato a 162. Se le quotazioni dovessero scendere sotto questa soglia il primo target ribassista si attesta a quota 161,00.

Mercato Valutario

Anche nell’ultima seduta della scorsa settimana il dollaro statunitense si è confermato debole, sia sull’euro sia rispetto allo yen, all’indomani dell'ultimo meeting della Federal Reserve e del dato di giovedì sul Pil Usa del primo trimestre, risultato il più debole sull’arco degli ultimi due anni (solo +0.5%). L'euro/dollaro è quindi salito ad un nuovo picco intraday a 1,1459, per la moneta europea si tratta della chiusura più ampia dal 14 ottobre 2015. Il movimento di risalita dell’euro, peraltro, è stato probabilmente sostenuto anche dai dati di reddito aggregato dell’Eurozona aumentato nei primi tre mesi del 2016 dello 0.6%, valore decisamente superiore alle attese e massimo tasso di crescita degli ultimi quattro trimestri.

Dal punto di vista tecnico, la forza per un ulteriore allungo si troverà al superamento del livello 1,1500.

Commodities

L’oro fa un grande balzo e arriva a superare la soglia dei 1.300 dollari l’oncia, raggiungendo il massimo da oltre 15 mesi. Ad influenzare il metallo hanno contribuito sicuramente l’andamento del dollaro e le ultime dichiarazioni della Federal Reserve. I principali indicatori tecnici sono girati in posizione long.

Si sottolinea che il primo nemico dell’oro è la deflazione, che paradossalmente è diventata un suo alleato. Infatti, le banche centrali e la loro strategia di tassi negativi adottata per stimolare la circolazione del denaro hanno condotto i risparmiatori, incapaci di trovare rendimenti appetibili sul lungo periodo, verso la stabilità dell’oro, bene rifugio.

Autore: Private & Consulting Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online