Legge di Bilancio verso la procedura di infrazione. Cosa succede all’Italia
di Fabrizio Arnhold
Il governo tira dritto. “Se è nell’interesse degli italiani non siamo disposti a rinunciare a nulla”, ha commentato il premier Conte, dopo che dalla Ue è arrivata la lettera che boccia la manovra. Da Bruxelles si invoca la procedura di infrazione “per deficit eccessivo in relazione alla regola del debito”.
Il Fiscal Compact
In base al Fiscal Compact esistono due tipi di comportamenti scorretti. Il primo riguarda il deficit, che deve essere sotto la soglia del 3 per cento del Pil. L’altro è il debito, che non può superare il 60 per cento del Pil. Il problema dell’Italia riguarda il secondo punto.
Il buco di bilancio
I conti pubblici riportano un buco di bilancio che si aggira sul 130 per cento del Pil. Una procedura di infrazione solo su questo punto, però, sarebbe stata difficilmente attuabile. Spagna e Francia hanno debiti vicini al 100 per cento del Pil, fino alla stessa Germania che supera la soglia del 60 per cento.
Il deficit
Messo da parte il debito, resta il deficit. L’indebitamento dell’Italia, però, è rimasto sempre sotto la soglia del 3 per cento, a differenza di Spagna e Francia, che negli ultimi dieci anni hanno sforato più volte il tetto.
Cosa rischia l’Italia
Se l’Ue avvierà ufficialmente la procedura di infrazione, non è ben chiaro cosa accadrà. Ci sono informative che circolano a Bruxelles in questi giorni che parlano di multe fino a 9 miliardi, o sanzioni per ridurre il debito. Ma prima che qualcosa si muova passerà molto tempo. La posizione della Commissione dovrà ora passare al vaglio del Consiglio europeo e poi a quello dell’Ecofin. Il giro finirà a fine gennaio.
Le ipotetiche sanzioni
E’ possibile che la Commissione decida di deferire l’Italia alla Corte di giustizie Ue. L’ipotesi più estrema è quella di un taglio dei trasferimenti. Tutti scenari che non si concretizzeranno prima della prossima primavera. A ridosso del voto per rinnovare il Parlamento Ue. I pericoli principali sono quelli dei mercati, con lo spread che resta oltre i 300 punti base. Alto ma non ancora ingestibile.
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