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Lento recupero di BTC, in primo piano i dazi doganali di Trump

Criptovalute sotto il fuoco incrociato

By Arnaud Masset

Il mercato delle criptovalute si sta lentamente riprendendo dopo la correzione della scorsa settimana, che ha fatto volatilizzare $132 miliardi di capitalizzazione. Il prezzo di Bitcoin è rimbalzato del 14%, dagli $8.368 di venerdì scorso ai circa $9.550 di lunedì mattina. Ma ora sta perdendo slancio, perché le criptovalute, e Bitcoin in particolare, si trovano a dover fare i conti con crescenti ostacoli nel processo verso l’adozione diffusa delle criptovalute come mezzi di pagamento.

In tutto il mondo, le piattaforme di scambio di criptovalute devono far fronte a condizioni più difficili, perché governi, emittenti di carte di credito e banche locali creano sempre più intralci. Per queste piattaforme è sempre più difficile accedere ai servizi delle banche. Di (KSE: 003160.KS - notizie) recente, il broker finlandese Prasos si è trovato in una situazione alquanto complicata dopo che quattro banche, (delle cinque) con cui collaborava per convertire criptovalute in divise tradizionali (in questo caso l’euro), hanno messo fino al rapporto per timori di riciclaggio.

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La settimana scorsa, la Commissione statunitense di vigilanza sulla Borsa (SEC (Shanghai: 603988.SS - notizie) ) ha annunciato che tutte le piattaforme di scambio, inclusi i broker di criptovalute, devono rispettare le regole delle SEC. La notizia ha innescato vendite marcate che hanno interessato tutto il mercato delle criptovalute. Anche se la regolamentazione dei cripto-asset avrà effetti positivi – come una minore volatilità - nel lungo termine, il calo del prezzo suggerisce che gli investitori non sono convinti di questi vantaggi. Queste difficoltà potrebbero essere interpretate come un modo per ritardare l’adozione di soluzioni basate sulla blockchain, soprattutto come mezzo di pagamento.

La tecnologia blockchain mette in pericolo il modello di business delle banche, la maggior parte delle quali non è ancora pronta per competere con questa novità. Quindi hanno bisogno di prendere tempo ed escludere le piattaforme che offrono le criptovalute dal sistema bancario è un modo facile per farlo.

Donald Trump minaccia l’industria automobilistica europea

By Vincent Mivelaz

Dopo l’introduzione di pesanti dazi sulle importazioni di alluminio (10%) e acciaio (25%), che minacciano le industrie di Europa, Cina e Giappone, ora Donald Trump punta il dito contro uno dei fiori all’occhiello dell’industria europea, dopo discussioni improduttive fra i negoziatori europei e statunitensi a Bruxelles, che miravano ad escludere l’industria europea da potenziali tasse USA. Minacciando di “tassare Mercedes (Xetra: 710000 - notizie) -Benz, BMW (EUREX: BMWE.EX - notizie) e altre compagnie automobilistiche” se non si compieranno sforzi per rimuovere le barriere doganali per i prodotti USA, il presidente del “Prima l’America” solleva interrogativi sulla legittimità delle sue misure, vista la discreta diversificazione territoriale di queste multinazionali, proclamando decisioni unilaterali che contrastano con i fondamentali dell’OMC. Intanto in Asia la Cina ha confermato la sua volontà di continuare a discutere con i negoziatori USA, difendendo però a tutti i costi i suoi interessi.

L’impatto dei dazi USA sul mercato rimane debole, perché gli investitori iniziano a rivedere le minacce di Trump, vista la mancanza di coerenza e le modifiche ai piani originali. I mercati asiatici hanno compiuto un rally sulla scia del forte dato NFP di febbraio negli USA, pari a 313.000 unità (previsione: 205.000). Hanno chiuso in rialzo sia l’Hang Seng di Hong Kong che il Composite di Shanghai, rispettivamente a +1,86% e +0,59%, mentre il Nikkei 225 giapponese ha guadagnato l’1,65%.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online