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Libretti postali, 500 euro di multa per chi li dimentica

Da luglio del 2017 banche e poste non possono più emettere libretti al portatore (Getty)
Da luglio del 2017 banche e poste non possono più emettere libretti al portatore (Getty)

Chi ha un libretto al portatore rischia una multa fino a 500 euro. Dal 31 dicembre, infatti, chi non si presenta in Posta o in banca a convertire questi strumenti di risparmio rischia la sanzione.

La misura

Da luglio del 2017 banche e poste non possono più emettere libretti al portatore. Il decreto legislativo dell’anno scorso, infatti, ha recapito le norme europee contro il riciclaggio e tutti i titoli al portatore diventano automaticamente fuorilegge.

Le norme europee

L’intento dell’Unione europea è contrastare la criminalità e le movimentazione di capitali illeciti. Si tratta di disposizioni che servono per adeguarsi alla IV direttiva europea sul risparmio in tema di prevenzione del riciclaggio internazionale e del finanziamento al terrorismo.

I libretti al portatore

I piccoli risparmiatori rischiano di essere colpiti. Al 30 giugno scorso, i libretti al portatore emessi dalle sole Poste italiane, senza contare quindi quelli bancari, ammontavano a 517mila per un totale di 29 milioni di euro depositati. Stando all’ultimo bilancio delle Poste, questi strumenti nominativi e non, valgono 105,6 miliardi di euro.

Il termine

Dopo il 31 dicembre le banche e le Poste non potranno più registrare movimentazioni su questi strumenti e saranno obbligate alla liquidazione delle somme in denaro. Contemporaneamente, però, dovranno darne comunicazione al ministero dell’Economia che sanzionerà chi si è presentato allo sportello con una multa che va da 250 fino a 500 euro.

Cosa fare

Per evitare di incorrere nelle sanzioni bisogna chiedere la conversione in un libretto nominativo oppure trasferire l’importo su conto corrente o su un altro strumento intestato. Si può anche decidere di farsi liquidare in contanti. La battaglia a questo tipo di strumento di risparmio inizia con il decreto slava-Italia del 2011, quando il limite del contante era sceso da 2mila e 500 a mille euro.

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