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Mafia Capitale, nuova ondata arresti per corruzione, gestione migranti

Il Campidoglio, sede dell'amministrazione di Roma, in una foto del 6 dicembre scorso. REUTERS/Stefano Rellandini (Reuters)

ROMA (Reuters) - Dopo una prima ondata di arresti a dicembre, questa mattina i carabinieri del Ros hanno fermato una quarantina di persone tra Lazio, Abruzzo e Sicilia, in un'inchiesta su una presunta organizzazione mafiosa che scuote di nuovo l'amministrazione comunale e il mondo politico di Roma. Entro metà giugno, intanto, è attesa la relazione di una commissione prefettizia sulla prima indagine - per la quale anche l'ex sindaco di destra Gianni Alemanno era finito sul registro degli indagati - che potrebbe portare alla richiesta del Prefetto al governo di sciogliere il Campidoglio. Secondo la Procura Distrettuale Antimafia l'organizzazione denominata "Mafia Capitale" - composta da criminali, esponenti politici di sinistra e di destra, imprenditori del mondo della cooperazione e dirigenti capitolini - avrebbe in particolare interferito nell'assegnazione di appalti per l'accoglienza di migranti e rifugiati e per l'emergenza alloggiativa, attraverso la corruzione di funzionari e consiglieri. Lo indica l'ordinanza del giudici per le indagini preliminari che ha autorizzato i provvedimenti cautelari. Nel mirino degli inquirenti sono finite in particolare gare per l'accoglienza di migranti in provincia di Roma e per l'assegnazione di servizi in un centro di accoglienza per richiedenti asilo a Mineo (vicino a Catania) e in Puglia. ARRESTO PER 44, 21 INDAGATI Sono 44 le persone portate in carcere o agli arresti domiciliari, dice una nota dei carabinieri, secondo la quale altre 21 persone risultano indagate e sono state sottoposte a perquisizioni tra Roma, Rieti, Frosinone, L'Aquila, Catania e Enna". I reati contestati a vario titolo sono: associazione di tipo mafioso, corruzione, turbativa d'asta, false fatturazioni e trasferimento fraudolento di valori, con l'aggravante delle modalità mafiose. Tra i destinatari delle misure figurano Massimo Carminati, ex militante di gruppi armati di estrema destra negli anni 70, considerato il capo dell'organizzazione, e Salvatore Buzzi, presidente di una grande cooperativa di servizi composta in parte da ex detenuti. Entrambi erano già in carcere dal 2 dicembre scorso, quando scattò la prima operazione della Procura. Buzzi, in particolare, si è sempre dichiarato innocente. Nel nuovo filone di indagine è coinvolto anche Luca Odevaine, anch'egli in carcere da dicembre. Ex vice capo di gabinetto dell'ex sindaco di Roma Walter Veltroni e membro del Tavolo di coordinamento nazionale per i rifugiati e richiedenti asilo, è accusato in particolare di aver orientato "l'assegnazione dei flussi di immigrati", dice l'ordinanza, favorendo La Cascina, storica cooperativa vicina a Cl e al mondo cattolico, della quale oggi sono stati arrestati alcuni amministratori. Odevaine si è sempre dichiarato innocente, mentre La Cascina per il momento non ha voluto commentare la notizia. Tra i nuovi arresti, oltre a quelli di quattro consiglieri comunali romani (due del Pd, uno di Forza Italia e uno del Centro Democratico), spicca quello di Luca Gramazio, capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio e già esponente di Alleanza Nazionale. Per i magistrati avrebbe avuto un "ruolo di collegamento" tra associazione mafiosa, politica ed istituzioni, oltre a elaborare le "strategie di penetrazione della pubblica amministrazione". Non è stato possibile ottenere per il momento un commento dai legali o dalla famiglia di Gramazio. (Massimiliano Di Giorgio) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italianoLe top news anche su www.twitter.com/reuters_italia