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Musk fa sul serio: contatta Goldman per uscire da Wall Street

Elon Musk non retrocede dalle sue intenzioni e continua a portare avanti il suo progetto: far uscire Tesla da Wall Street.

I numeri

Un progetto per il quale sarebbero necessari consulenti finanziari e legali (già ingaggiati) oltre a un finanziatore che, per conferma dello stesso Musk, sarebbe un fondo saudita, sebbene qualcuno già insinui l’arrivo di un protagonista dalla Cina. Ma proprio oggi Musk ha confermato che il fondo, dopo aver preso una partecipazione del 5% nella società, ha intavolato lunghi colloqui e pressanti richieste per riuscire ad incrementare la sua posizione all’interno di Tesla. Una richiesta che potrebbe essere esaudita solo attraverso una procedura di comunicazione alla Sec (Shanghai: 603988.SS - notizie) , procedura che, in caso di uscita dai listini Usa di Tesla, non sarebbe obbligatoria e lascerebbe campo libero ai sauditi.

Le dichiarazioni

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Una trattativa che, stando alle dichiarazioni del CEO, sarà chiusa senza ombra di dubbio. Intanto la SEC ha avviato alcuni accertamenti riguardanti il tweet con il quale, martedì scorso, Musk annunciava la sua intenzione di delistare Tesla da Wall Street ed abbandonare di fatto la quotazione pubblica, una comunicazione che ha creato fortissima instabilità sul titolo e che Musk ha giustificato dicendo:

"Non sarebbe giusto condividere le informazioni sull'andamento dei colloqui solo con i nostri maggiori investitori senza che le stesse informazioni arrivino a tutti gli investitori allo stesso tempo. Mi è stato chiaro che la cosa giusta da fare era annunciare pubblicamente le mie intenzioni”.

Stando alla legge statunitense, però, i funzionari e i vertici delle società quotate non possono rendere pubbliche informazioni che riguardano eventi e strategie industriali determinanti per l’azienda.

La SEC

In tutto questo, infatti, Musk non si è limitato solo a confermare le sue intenzioni (come da lu detto) ma anche a specificare prezzi e numeri prima che l’accordo con i finanziatori (per giunta definiti “Finanziatori sicuri”) venisse chiuso. Per questo motivo la Securities and Exchange Commission ha chiamato in causa l’articolo 10b-5 del Securities Exchange Act che riguarda proprio le frodi e le manipolazioni dei prezzi attraverso la diffusione di informazioni potenzialmente fuorvianti per gli azionisti.

Secondo le prime interpretazioni, la volontà del patron di Tesla di uscire da Wall Street dopo solo 8 anni di quotazioni dipenderebbe dalla volontà di applicare al meglio le potenzialità dell’azienda, potenzialità che, secondo lui, al momento non avrebbero la possibilità di essere espresse.

L'arrivo di Goldman.. e non solo

Ma a prescindere da una mossa che potrebbe essere clamorosa (tanto che il mercato attende risvolti concreti prima di prendere posizione) si parla di Silver Lake e Goldman Sachs (NYSE: GS-PB - notizie) come consulenti finanziari, e di Wachtell, Lipton, Rosen & Katz e Munger, e Tolles & Olson come consulenti legali. Le prime indiscrezioni parlano di un prezzo di 420 dollari per ogni azione Tesla (premio del 20% rispetto alle quotazioni registrate prima dell’annuncio e pari a circa 350 dollari). Tradotto in numeri, la cifra finale sarebbe intorno ai 50 miliardi di dollari. Sempre se i grandi azionisti non decidano di mantenere la loro posizione e non vendere le rispettive quote. Il che permetterebbe di abbassare l’asticella di qualche punto.

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