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Mutua, cambiano le regole delle assenze per malattia

Prima o poi doveva succedere. Anche l’assenza per malattia cambia ed è oggetto di uno dei tanti interventi finalizzati alla spending review e alla caccia ai “furbetti” della mutua. L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha emanato negli scorsi giorni le nuove regole per l’invio a domicilio del medico fiscale. Dal 2015 cambiano le regole per i controlli a domicilio effettuati dai medici fiscali dell’Inps che devono accertare l’effettiva malattia del lavoratore in mutua.

I dipendenti statali dovranno essere reperibili 7 giorni su 7, compresi i giorni non lavorativi, festivi, prefestivi e weekend nelle fasce orarie 9-13 e 15-18. I lavoratori devono rimanere presso la residenza indicata nella documentazione medica di malattia e rendersi reperibili in caso di ispezione inviata dall’Inps o dallo stesso datore di lavoro. Sono esenti da questa regola i dipendenti che si assentano a causa di cure salvavita, di infortuni sul lavoro, di patologie nelle quali siano documentate e identificate le cause di servizio, di quadri morbosi inerenti alla circostanza di menomazione attestata e di gestazione a rischio. Ed è esente il dipendente nei confronti dei quali sia già stata effettuata una visita fiscale nel periodo di prognosi indicato nel certificato di malattia.

Vigile di Milano in mutua per tre estati, ma faceva il bagnino in Calabria

Le regole sono identiche per i dipendenti privati con obbligo di reperibilità 7 giorni su 7, ma cambiano gli orari di reperibilità: dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.

Ma come avviene la visita e a quali regole deve attenersi il medico fiscale? Compito del dottore è verificare che le condizioni fisiche del soggetto in mutua e la sua patologia siano coerenti con quanto riportato nel documento di malattia. Qualora lo ritenga necessario, il medico fiscale ha 48 ore per protrarre la diagnosi e può sollecitare al dipendente un controllo specialistico per approfondire la sua situazione clinica.

Nelle regole emanate dall’Inps viene specificato che il lavoratore che non si trovasse nella residenza segnalata e fosse sprovvisto di motivazione perderebbe il diritto al 100% di retribuzione per i primi 100 giorni di malattia. Nei giorni seguenti la retribuzione scenderà al 50%. Qualora il lavoratore non si trovi in torto ha 15 giorni per fornire i comprovativi in grado di bloccare l’iter di detrazione dello stipendio.

Nel periodo di assenza dal lavoro per malattia sono previste tre fasce temporali nelle quali lo stipendio subisce una graduale decrescita: la prima va dall’inizio della malattia fino al nono mese e prevede una retribuzione al 100%, dall’inizio del decimo mese all’anno di assenza la retribuzione scende al 90% e dall’inizio del tredicesimo mese alla fine del diciottesimo è dimezzata al 50%.

Scopri in questo video perché paghiamo i contributi all'INPS