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Open Spending Review, i dati di spesa pubblica finiscono online

L’idea di Roldano Malvestiti che, grazie al suo progetto, raccoglie i dati di tre Comuni e li aggrega monitorando spese correnti e consuntivi

Open Spending Review

Si chiama Open Spending Review e con la famosa manovra dell’ex presidente del consiglio Mario Monti ha poco a che fare. E' il progetto di open data che Roldano Malvestiti, di professione Business Analyst, ha avviato a partire dal dicembre scorso e che ha presentato per la prima volta durante l’ultimo incontro milanese degli Hacks and Hackers (dove giornalisti e appassionati di tecnologia si ritrovano per fare il punto su progetti nuovi e futuri in cui fa da padrone il web).

Di dati “aperti” al pubblico, in Italia si sta cominciando a parlare e fare sempre più, anche alla luce del recente Decreto Sviluppo (decreto legge 83 del 2012) che ha imposto alle amministrazioni di rendere fruibili online i dati di spesa pubblica. Open Spending Review ha in più dalla sua che non solo raccoglie e aggrega, ma permette anche di fare confronti tra varie amministrazioni, basandosi “semplicemente” sulle informazioni che i comuni di Milano, Torino e Venezia pubblicano sul loro sito.

“Ho cominciato a raccogliere i dati a partire da settembre (il progetto è ancora in fase di prototipo)”, spiega l’ideatore di Open Spending Review, "L’ho fatto seguendo sostanzialmente due aspetti: da un lato si trovano le spese correnti (essenzialmente le determinazioni dirigenziali) che consentono di avere una visione in real time e dall’altro i dati consuntivi che riguardano bilanci e indicatori finanziari”.

La scelta di puntare su tre comuni del Nord non è casuale e ha dalla sua sostanzialmente due motivi: “Sono in primis rappresentativi di 3 aree diverse del Settentrione d’Italia. L’altro motivo riguarda anche il modo di pubblicare i dati online. Per esempio, la città di Torino ha rispetto agli altri due un archivio storico che permette di vedere online anche tutti i dati del 2012, mentre Venezia e Milano non ce l’hanno. Ogni comune ha l’obbligo di lasciare le determinazioni affisse all’albo pretorio per 15 giorni, quando ho iniziato, a settembre, quelli di Milano e Torino non erano ancora visibili”.

Ma cosa viene fuori comparando i dati delle 3 grandi città del Nord? “Dall’analisi che ho fatto, nel periodo settembre-dicembre 2012, il maggior numero di determinazioni (ma anche per quello che abbiamo detto prima) era ed è tuttora di Torino  che ne ha prodotto 1311 contro gli 877 di Venezia e Milano con 995. Di queste si può vedere che per lo più si tratta di determinazioni che prevedono impegni di spesa sotto i mille euro e solo 52 determinazioni dei comuni preso in esame supera il milione di euro”.

I dati presenti su Open Spending Review sono disponibili in forma tabellare e sono filtrabili con grafici dinamici per arco di tempo, localizzazione geografica e importo di spesa. Oltre che tramite ricerche testuali. “Ad esempio mettendo come filtro la  parola 'edilizia' vengono fuori le determinazioni che i Comuni hanno applicato in questo settore che riguardano sia spese fatte che anche, ad esempio, vendite di immobili. Al momento, lo strumento è molto più di ricerca che di analisi e i raffronti sono difficili perché per esempio per Milano non ci sono i dati di impegno di spesa espliciti perché li espone in meno casi d Torino. E la procedura di estrazione degli importi che è un algoritmo di ricerca nel testo di determinazione per Mlano ha un baco che non permette la fruizione”.

Aprirsi… agli open data vuol dire infatti anche riuscire a fornire le informazioni in modo che possano essere davvero fruibili. “Per aggregarle è necessario che non siano file pdf o in alcuni casi, ci sono comuni che pubblicano una sintesi dei numeri che rimanda a un link con un pdf. In questo caso è molto più difficile metterli insieme”. Per Open Spending review è stato utilizzato Scrapper Wiki, strumento gratuito e accessibile a chi si iscrive. Come spiega  ancora Malvestiti: “Se i numeri vengono formati in pdf è difficile estrarli, mentre se il formato è il CSV con le colonne uguali per tutti, l’aggregazione è molto più facile”.

Sul sito i dati delle determinazioni dirigenziali son sempre aggiornati mentre per quanto riguarda la voce consuntivo, dove sono stati integrati gli indicatori finanziari del Ministero dell’Interno per regioni e province, si è fermi al 2008 perché non sono disponibili online se non molto in ritardo. “Questi numeri che permettono di capire la pressione finanziaria di un Comune (data dalla somma delle entrate tributarie ed extra tributarie rapportata alla popolazione ed è un valore espresso in euro, ndr) sono molto interessanti e permetterebbero di stabilire quali sono i Comuni virtuosi. Stessa cosa per i bilanci dei Comuni spesso forniti in 60 pagine quindi difficilmente accessibili”.

L’importanza di un progetto del genere in cosa consiste? “Intanto nel potere avere tutti i dati aggregati e poi la tempestività delle informazioni (per le spese correnti ad esempio) ha un grande valore per il cittadino stesso che si sente più vicino e coinvolto nell’operato del Comune”.