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Pappi Corsicato: «Perfetta illusione è un thriller dell’anima»

Nelle sale dal 15 dicembre, «Perfetta illusione», racconta la storia illusoria di un giovane inserviente di una SPA, Giuseppe Maggio, felicemente sposato con Margherita Vicario, m profondamente insoddisfatto della sua vita dal momento che sogna di diventare un artista.

Ecco perché una volta conosciuta una giovane facoltosa che lo mette in contatto con una gallerista, Carolina Sala, la sua vita precipiterà nell’illusione.

«Un thriller dell’anima? Si, ci può stare, c’è una componente misteriosa tra ambizione e amore, un’ambiguità che crea suspence», dice Pappi Corsicato come riporta il Corriere, che traccia un parallelismo con Match Point di Woody Allen.

«(Penso sia più simile, ndr) semmai a Balzac e a Woolrich, lo scrittore americano. Mi piaceva raccontare con attori giovanissimi una storia non troppo sopra le righe, più lineare, più classica, breve come tutti i miei film (82 minuti), con la musica di Brahms che aggiunge una tinta malinconica e melodrammatica, che avesse meno simbolismi e sberleffi caustici, una storia per la storia».

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Interrogato sul carattere del protagonista il regista non ha dubbi.

«Vale per tutti e tre. Non so se rispecchia i tempi, certo c’è una forma di cinismo e distacco. Hanno ambizioni forti, c’è l’illusione di poter fare qualsiasi cosa, un interesse pratico mischiato al sentimento amoroso, usando l’altro. Ci sono immagini fuori fuoco per sottolineare l’ambiguità: si amano davvero? Lui, che sembra il grande manipolatore, alla fine, dopo un incidente stradale che non ha nemmeno visto, viene messo in mezzo. Ognuno pensa agli affari suoi».

Sebbene racconti il mondo dell’arte, il regista non vuole porre particolare accetto sulla rivalità insita di quell’ambiente.

«Ogni ambito si pensa sia il peggiore. L’arte contemporanea è difficile capirla e darne una valutazione, un po’ come al cinema, è complicato stabilire criteri oggettivi. Io vado d’istinto, non faccio troppi ragionamenti. Francesco Bonomi, quello che dice odio tutti e tutti odiano me, fa sé stesso, è il personaggio del critico d’arte. Per i pittori ho voluto una connotazione realista, i quadri sono veri, Schnabel, Koons, Cattelan, Clemente».

Anche Pappi Corsicato è stato preda delle illusioni nella vita reale.

«Di essermi innamorato mille volte. Quella di Internet è una società illusoria, dove tutti pensano di poter fare tutto. Si parla tanto degli influencer, anche gli stilisti di moda influenzano. Piuttosto mi incuriosisce come alcuni ragazzi che si mettono in mostra riescono e altri per niente, e questo avviene indipendentemente dal talento».