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Piazza Affari? Scoppia di salute…

Bancari croce e delizia degli investitori italiani. Dopo essere stato un “energizzante” delle performance di Piazza Affari (fra la seconda metà del 2012 e la prima metà del 2015) il settore finanziario di casa nostra si è rivelato un’autentica zavorra negli ultimi diciotto mesi, costringendo il martoriato listino italiano ad una umiliante sotto-performance.

Un investitore ha sempre la facoltà di evitare il comparto finanziario, inserendo in portafoglio settori che costituiscono pur sempre i 2/3 della residua capitalizzazione di borsa, ma così facendo c’è il problema che si finisce per procedere a fari spenti. E il rischio di collisione aumenta.

Voglio dire che il peso del settore bancario nel paniere dell’indice MIB è così preponderante, da distorcere se non nascondere la “reale” evoluzione del mercato. Se non ci fossero i bancari, sarebbe tutta un’altra storia. O no?

Chi può dirlo. Borsa italiana non rende noti indici di Piazza Affari che escludono i bancari. Ma noi sì! eccolo qua:

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Come si può notare, salvo alcune temporanee sbavature, tutto l’andamento della borsa italiana dalla seconda metà del 2011 in poi è ben racchiuso da un elegante canale ascendente. L’interessamento della parte superiore di questo percorso ha provocato un pesante rovescio, un anno fa; l’interessamento della parte inferiore nel primo semestre 2016 ha favorito la ripartenza di Piazza Affari negli ultimi sei mesi.

E che ripartenza! al netto del settore bancario, la borsa italiana è su nuovi massimi! lo vediamo qui in dettaglio:

Ora, non bisogna aver frequentato alcun corso basilare di analisi tecnica per capire che questo breakout è piuttosto bullish. Non che gli ultimi sei mesi lo siano stati meno, ma insomma abbiamo un segnale di continuazione di tutto rispetto. Un “upgrade qualitativo”, per dirla in altri termini.

Scherzando un po’ si potrebbe dire: “La borsa italiana ha sfondato i massimi, e io non ho niente da mettermi…”

Qualcuno potrà obiettare: sì, certo, peccato che la borsa italiana sia zeppa di titoli bancari. Un settore imprescindibile. Che importanza dare dunque al segnale descritto?

Potenzialmente, tanta. Perché nei punti cruciali di mercato, simili divergenze comportamentali, contano. Non ci credete? Vediamo un po’ da vicino cosa è successo, in occasione del minimo del 2012:

Chiaro, no? Mentre fra giugno e luglio 2012 il mercato nel suo complesso, giunto sul fondo, continuava a scavare, zavorrato puntualmente dai bancari, il resto dei titoli esprimeva una salute migliore, “rifiutandosi” di sfondare i minimi. Da quella divergenza sarebbe partita l’inversione di tendenza.

Certo, da qui scommettere che l’indice MIB sfonderà in tempi brevi i massimi di due anni fa, ce ne corre. Ma non si può negare che la salute del mercato azionario italiano è ben migliore di quanto espresso dagli indici “ufficiali”.

Autore: Gaetano Evangelista Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online