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Quando lo spread condiziona anche i sentimenti

Intervista ad Alessia Bottone, autrice di “Amore ai tempi dello stage": la crisi è sempre più diffusa anche per le relazioni

Amore ai tempi dello stage (Galassia Arte)

La nostra chiacchierata non poteva che avvenire alle 22 di un lunedì sera quando chi fa 300 cose come lei  trova forse finalmente un attimo per fermarsi e concedersi una conversazione senza “corse”. Del resto, si sa, precarietà non solo non fa assolutamente rima con stabilità ma fa anche a pugni con tranquillità, vacanze, riposo. E forse anche con l’amore o meglio con quelle relazioni che hanno la pretesa di assomigliare all’amore, ma che a volte neanche si avvicinano.

Lei si chiama Alessia Bottone, ha 28 anni, e sull’amore e la vita di coppia ai tempi della crisi ha scritto un libro di 104 pagine: “Amore ai tempi dello stage” (Galassia Arte). E se vi pare un altro modo di raccontarvi ancora una volta che “non se ne esce, che andrà sempre peggio”, spogliatevi dal pregiudizio perché il libro oltre che divertente è un sincero spaccato di una realtà che, volenti o nolenti, con crisi, mancanza di certezze, fuga di cervelli e quant’altro ha molto a che fare. D’altra parte – tra la descrizione della donna crocerossina e quella confidente fino allo sfinimento – quello che viene fuori è che l’amore lo comanda lo spread.

Alessia, qualche anno fa hai scritto una lettera all’ex ministro Elsa Fornero  in cui raccontavi la tua storia di laureata con conoscenza di 4 lingue che, dopo un periodo all’estero, in Italia non trovava lavoro neanche come cameriera, Cosa c’entra questo libro? E perché scriverlo?

"Sono stata all’estero e ho fatto anche un tirocinio alle Nazioni Unite (gratuito se non fosse stato per una missione in Uganda che invece mi è stata pagata), tornata nel Belpaese ho fatto vari colloqui senza seguito. Non mi prendevano neanche come cameriera, all’ennesimo colloquio come centralinista in cui mi dicono 'Io avrei scelto te, ma sei troppo laureata, troppo preparata e prima o poi te ne andrai0 è scattato dentro qualcosa. Avevo già il blog “Da Nord a Sud parliamone” e portavo avanti altri progetti ed ero anche discretamente conosciuta per la lettera al Ministro. Per caso in tv conosco il direttore di Vero Salute e inizio a scrivere di amore, ma in senso lato, per lo più di argomenti come 'quando la crisi entra in casa', 'l’amore a progetto'. Insomma, quello che non si dice ma che in parte è così: che le relazioni si devono considerare anche alla luce dell’attuale situazione economica e anche l’amore, così come il lavoro, è a tempo determinato".

Vuoi dire che in altri tempi questo libro non ci sarebbe stato?

"No, per tanti motivi. Uno perché appunto grazie a tutto quello che mi è successo ho imparato a riciclarmi, due perché non credo che negli anni ’80 avrei avuto questi argomenti di cui parlare".

Facebook, le coppie di stagisti a distanza che si sentono Skype, fidanzati che convivono da poco e multitasking: in effetti è difficile immaginarli in anni come quelli o in tale quantità. Ma c’entrano solo precarietà, stage non pagati o c’è altro?
"Be’, il periodo non si può negare sia molto critico: come ho scritto nel libro ho conosciuto gente che davvero 'impazzisce' dietro a una notifica su Facebook fatta da parte di un ex e si domanda il perché di qualcosa che magari è un gesto privo di senso, così come vive le relazioni su quel social network ma senza avere più niente di privato o senza percepire il peso di alcune cose, come i rifiuti. I giovani precari hanno per la testa hanno tutto tranne che una relazione, non pensano a una convivenza, a un futuro. Le storie che racconto nel libro sono tutte vere. Chi aveva la mia età negli anni 80 era di certo sposato, ora chi ha appena preso una casa in affitto o trovato lavoro, si 'prende' almeno altri 4-5 anni prima di impegnarsi. Tutto è ritardato".

E questo ha davvero a che fare con la situazione economica?
"No, ma è un aspetto che complica ulteriormente le relazioni. C’è minore impegno, si cambiano fidanzati come calzini. E poi vuoi mettere? Come racconto nel capitolo che dedico ai due stagisti a distanza, tante gente emigra e una volta che ha iniziato, continua a fare delle esperienze fuori prima di 'piantare le tende'. È anche l’effetto della globalizzazione. Se posso viaggiare, non è detto che ce la faccio ad avere una relazione via Skype. E anche uno stage a 400 euro al mese o il fatto di fare tanti colloqui senza vedere la luce, anche queste cose influiscono su una storia. La gente pensa 'Con tutti i problemi che ho, non ce la faccio a mettermi in una relazione'. Il lavoro è parte integrante della nostra vita, per molti è anche 'essere quello che fai'. Se poi rappresenta i due terzi della giornata e non sei felice, come fai a vivere serenamente il resto?".

Nel libro ci sono anche donne che si fanno maltrattare come la Crocerossina che non riesce a guardare in faccia la realtà di un uomo che preferisce la playstation a lei o quella innamorata dell’uomo tiamomanonposso. Sono 'figlie' della crisi anche loro?
"In parte. Ci sono ovviamente persone insicure e masochiste, ma è anche vero che l’autostima al giorno d’oggi è legata a lavoro e soddisfazione personale quindi quando vengono meno certe cose sei più propenso ad accettarne altre. La crisi, poi, colpisce anche chi in coppia c’è già come i due fidanzati di cui parlo in 'Finché vacanza non vi separi'. Hanno un budget per andare al massimo a una manciata di chilometri da casa e decide per Sharm el Sheik, rovinandosi la vacanza. Posso dire una cosa?".

Prego.
"Il messaggio che volevo mandare non è così negativo - io credo nell’amore – e comunque c’è anche dell’altro. Quello che vorrei dire è 'Date a noi giovani la possibilità di riciclarci e di vivere'. Ci sono troppi laureati e non sapete come collocarci? Anziché organizzare nei centri dell’impiego i soliti corsi sulla contabilità, perché non si investe su una formazione che adesso fa business? Penso al social media marketing ma anche ai lavori artigianali. Di questi corsi ce ne sono, ovvio, ma se è un precario a doverli fare la spesa non è indifferente. E ancora: permetteteci di investire davvero nelle nostre cose. Ho una piccola azienda e voglio assumere? Che lo Stato mi blocchi i contributi Inps per almeno 2 anni e faccia qualcosa in più della Srl a un euro. Pochi ti dicono che le spese non finiscono lì. Sto cercando di avviare e so bene che quello è solo l’inizio".