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Quanto costa candidarsi? Ecco le quote chieste dai partiti ai candidati

Silvio Berlusconi (Reuters)
Silvio Berlusconi (Reuters)

Essere eletti alla Camera o al Senato può costare caro. Da 30 a 40mila euro in Forza Italia per un seggio sicuro, fino a 1.500 euro mensili con Liberi e Uguali una volta che si viene eletti. Il Movimento 5 Stelle non richiede alcun obolo prima del voto, ma da eletti si verserà metà indennità in un fondo – l’ultimo destinato alle Pmi – e 300 euro al mese all’associazione Rousseau.

Ogni seggio ha il suo prezzo

Partito in cui ti candidi e obolo che devi versare. C’è una sorta di vero e proprio listino per ogni partito. Con l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, ognuno deve contribuire al mantenimento delle casse della propria formazione politica. Nel Pd le finanze sono state appianate da una parte dei morosi che aveva paura di non essere rieletto.

Nella Lega 20mila, in FI fino a 40mila euro

Il partito di Matteo Salvini deve far tornare i conti, nonostante siano stati pignorati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Genova e a ogni candidato chiede un contributo di 20mila euro. Forza Italia da quando non può più contare sulle generose elargizioni di Silvio Berlusconi, si è vista costretta a tagliare i costi. Ad ogni candidato è stato chiesto un contributo da 30 a 40mila euro.

Pietro Grasso (LaPresse)
Pietro Grasso (LaPresse)

Fratelli d’Italia punta sui social

Giorgia Meloni punta molto sui social network e ha organizzato una campagna low cost. La cifra richiesta ad ogni candidato è di 5mila euro, il partito conta di racimolare altri fondi con cene di finanziamento. In Liberi e Uguali, la campagna è a carico dei candidati che, però, una volta eletti dovranno versare 1.500 euro al mese in favore del partito.

Il Movimento chiede metà indennità

I pentastellati eletti, in base all’ultimo regolamento interno, dovranno restituire metà indennità ad un fondo, l’ultimo è stato rivolto alle Pmi, e dovranno pagare 300 euro al mese all’associazione Rousseau.

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