Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    34.249,77
    +310,02 (+0,91%)
     
  • Dow Jones

    38.239,66
    +153,86 (+0,40%)
     
  • Nasdaq

    15.927,90
    +316,14 (+2,03%)
     
  • Nikkei 225

    37.934,76
    +306,28 (+0,81%)
     
  • Petrolio

    83,66
    +0,09 (+0,11%)
     
  • Bitcoin EUR

    58.855,47
    -1.467,67 (-2,43%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.304,48
    -92,06 (-6,59%)
     
  • Oro

    2.349,60
    +7,10 (+0,30%)
     
  • EUR/USD

    1,0699
    -0,0034 (-0,32%)
     
  • S&P 500

    5.099,96
    +51,54 (+1,02%)
     
  • HANG SENG

    17.651,15
    +366,61 (+2,12%)
     
  • Euro Stoxx 50

    5.006,85
    +67,84 (+1,37%)
     
  • EUR/GBP

    0,8558
    -0,0015 (-0,18%)
     
  • EUR/CHF

    0,9770
    -0,0015 (-0,15%)
     
  • EUR/CAD

    1,4613
    -0,0036 (-0,25%)
     

Roberta Metsola presidente, i sovranisti tornano in partita in Ue

European parliament's acting speaker, Maltese politician Roberta Metsola, adresses the European Parliament during a plenary session to elect its new president in Strasbourg on January 18, 2022. (Photo by PATRICK HERTZOG / AFP) (Photo by PATRICK HERTZOG/AFP via Getty Images) (Photo: PATRICK HERTZOG via Getty Images)
European parliament's acting speaker, Maltese politician Roberta Metsola, adresses the European Parliament during a plenary session to elect its new president in Strasbourg on January 18, 2022. (Photo by PATRICK HERTZOG / AFP) (Photo by PATRICK HERTZOG/AFP via Getty Images) (Photo: PATRICK HERTZOG via Getty Images)

“David voleva mettere tutti intorno allo stesso tavolo, un impegno che io voglio continuare a perseguire”, dice Roberta Metsola in aula a Strasburgo, poco prima della prima votazione che, nel giorno del suo 43esimo compleanno, la elegge presidente del Parlamento Europeo a larghissima maggioranza: 458 voti. Peccato che il suo predecessore David Sassoli, scomparso una settimana fa, aveva stabilito paletti chiari intorno alla maggioranza che lo ha eletto nel 2019 e anche intorno a quella che qualche settimana dopo ha eletto Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea. Si chiamava ‘maggioranza Ursula’, appunto. Escludeva i sovranisti. Con l’elezione di Metsola il cambio di passo si vede subito: radicale.

Per lei, eurodeputata maltese del Ppe, oltre a Socialisti e liberali, votano anche i Conservatori e Riformisti, partito capitanato in Europa da Giorgia Meloni, che in mattinata ritira il proprio candidato di bandiera, il polacco Kosma Zlotowski, e riesce a eleggere un vicepresidente del Parlamento, il lettone Robert Zile, entrando così nell’ufficio di presidenza e imponendosi come ago della bilancia nelle decisioni. Dell’Ecr solo i polacchi non appoggiano la nuova presidente, pur avallando l’operazione, per motivi di rivalità politica interna nazionale (in Polonia il Ppe è rappresentato dall’ex presidente del Consiglio Ue Donald Tusk, avversario diretto del premier Mateusz Morawiecki). Vota a favore di Metsola persino la Lega, che ambisce ad una poltrona da vicepresidente per la sua Mara Bizzotto, pur consapevole però che non verrà eletta e infatti va così.

Si chiamano fuori i Verdi, che sostengono la loro eurodeputata svedese Alice Bah Kunhke: 101 voti, una trentina di consensi in più rispetto ai 73 eletti del gruppo, segno che i dissensi interni ai socialisti o ai liberali si sono riversati sui Verdi. Si chiama fuori dagli accordi su Metsola anche la sinistra del Gue, che corre con la spagnola Sira Rego: 57 voti, anche lei incassa qualche sostegno in più rispetto ai 39 eletti del gruppo. Il Movimento cinquestelle opta per la libertà di voto e ricandida Fabio Massimo Castaldo alla vicepresidenza. L’eurodeputato pentastellato incassa oltre 250 voti sia alla prima che alla seconda votazione, ma alla terza non ce la fa: il Parlamento elegge la Verde finlandese Heidi Hautala e il greco Dimitrios Papadimoulis di Syriza per la sinistra.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Dopo Sassoli cambia tutto all’Europarlamento, malgrado le dichiarazioni di intenti della nuova presidente. “Voglio rafforzare la cultura del dibattito”, continua Metsola, “la politica non può essere battaglia tra vincitori e vinti, ma deve essere al servizio dei cittadini”. Significa: tutti attorno al tavolo, anche quelle forze politiche che sputano sull’Europa, lucrano sull’anti-europeismo alla ricerca di voti, anche i nazionalisti, accaniti difensori delle sovranità di ogni Stato membro, bastioni per bloccare il percorso di rafforzamento dell’Unione Europea. È uno stravolgimento del pensiero del defunto presidente del Parlamento Ue.

Con Metsola - convinta anti-abortista di un paese dell’Ue, Malta, dove l’aborto è ancora illegale - il patto a tre stretto tra Ppe, Socialisti&Democratici e i liberali di Renew Europe si ritrova preso d’assalto dalla destra più estrema, alla ricerca di un modo per tornare in partita, dopo l’esclusione dai posti di comando dell’Ue nel 2019, a inizio legislatura. Per i nazionalisti l’incasso politico c’è già tutto: ora possono sedersi al tavolo delle decisioni, come farà Ecr con il suo Zile tra i vicepresidenti, o influenzare il dibattito, come pianifica di fare la Lega. “Crediamo che Metsola possa dare un contributo a temi più vicini ai nostri, come l’immigrazione”, dice il leghista Marco Zanni.

D’ora in poi, le forze progressiste avranno meno voce in capitolo sui loro dossier, come la difesa dello stato di diritto contro gli ‘abusi’ di Polonia e Ungheria, la lotta ai cambiamenti climatici, i diritti sociali e delle donne. Sono proprio i punti citati nell’accordo a tre che ha candidato Metsola, ma quanto possono reggere se la presidente ha possibilità di avere anche i voti dell’estrema destra? Quanto contano, se il ‘cordone sanitario’ anti-nazionalismi non esiste più?

In conferenza stampa, Metsola schiva tutti i punti caldi. Dice che si rimetterà “alle decisioni del Parlamento” su ogni questione, che sia l’immigrazione o lo stato di diritto o l’aborto. Quanto ai voti dei nazionalisti cui non ha detto ‘no’, glissa: “Il voto è segreto”. Eppure c’è l’annuncio ufficiale di Zanni in suo favore, c’è la scelta di Ecr di ritirare il proprio candidato.

Avvocata, nata nel 1979 a St. Julian’s, Metsola è in politica da sempre, dalla militanza nel Partito nazionalista maltese alla formazione giovanile del Ppe. Dopo essersi candidata alle elezioni europee del 2004 e del 2009, senza riuscire a essere eletta, nel 2013 ha preso il posto di Simon Busuttil, dimessosi dall’incarico dopo aver assunto quello di parlamentare maltese. Alle elezioni europee del 2014 e del 2019 è stata rieletta, in entrambi i casi la più votata del suo partito.

Oltre che per le sue posizioni ortodosse contro l’aborto, in passato la nuova presidente è stata criticata per via degli affari del marito, il finlandese Ukko Metsola. Ukko era azionista, rappresentante legale e amministratore della società ‘European Public Affairs Advisors limited’, costituita nel 2007 con sede a Malta, paese ritenuto un ‘paradiso fiscale’ nella Ue, nel periodo in cui Metsola era membro della commissione d’inchiesta del Parlamento europeo sulle rivelazioni dei Panama Papers, i documenti riservati su oltre 214mila società offshore.

Sarà lei dunque a guidare il Parlamento per la parte restante della legislatura, fino al 2024. In fede al patto di staffetta alla presidenza siglato da Popolari, Socialisti e liberali con l’elezione di Sassoli nel 2019. Fino a dicembre, Sassoli ha provato a mettere da parte questo accordo, già violato nel 2020 quando alla presidenza dell’Eurogruppo è stato designato il conservatore irlandese Paschal Donohoe invece della socialista spagnola Nadia Calvino. Al momento, dunque, i socialisti non hanno rappresentanza al vertice delle istituzioni europee. Per questo, Sassoli ha tentato di ricandidarsi. Ma l’operazione non è riuscita: rischiava di spaccare il fronte europeista, gli hanno detto i liberali.

Il risultato è che il fronte europeista è rimasto più o meno unito, ma con forti malumori interni e poco da esibire. I socialisti, per dire, hanno provato a chiedere la testa del segretario generale del Parlamento, il conservatore tedesco Klaus Welle, in cambio del sostegno a Metsola. Invano. Hanno ottenuto solo la presidenza della Conferenza dei presidenti di commissione, finora guidata da Antonio Tajani di Forza Italia, e un accordo sull’istituzione delle liste trasnazionali alle prossime europee. In più hanno eletto 5 vicepresidenti, tra cui la Dem Pina Picierno, seconda in classifica con 527 preferenze. Il Ppe elegge 3 vice, Renew pure. Ma nel nuovo ufficio di presidenza - 14 persone più Metsola - sarà il Conservatore Zile a fare la differenza: potrà fare squadra col Ppe, i liberali, la presidente del Parlamento e battere la minoranza socialista o affine ai socialisti.

Ora il fronte europeista è assediato dai sovranisti, è più debole nella contrattazione politica su ogni materia. Se fino ad ora l’Europarlamento ha spesso tentato di sfidare gli Stati membri in nome di una Europa più unita e più forte, d’ora in poi questo potrebbe non accadere più. Terminata l’epoca dell’Eurocamera come ‘anomalia’ di un sistema europeo troppo affezionato alle bandiere nazionali.

Huffpost (Photo: Huffpost)
Huffpost (Photo: Huffpost)

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.