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Slack sfida Microsoft con una lettera aperta sul New York Times

Il colosso di Bill Gates annuncia una nuova chat (Microsoft Teams) dedicata al lavoro e il suo concorrente compra una pagina sul giornale. Ricordando tanto ciò che fece Apple con l'Ibm.

E' sfida aperta tra Microsoft e Slack, la più importante piattaforma di chat dedicata al mondo del lavoro. Una sfida diventata pubblica ieri, quando Slack ha deciso di acquistare una pagina sul New York Times rivolgendosi direttamente al colosso creato da Bill Gates.

Ma facciamo un passo indietro. Microsoft pochi giorni fa ha reso nota la creazione di Teams, una piattaforma di comunicazione online pensata e dedicata agli uffici, cioè una chat da usare sul posto di lavoro. Non certo una novità, anzi, e tutti hanno subito pensato a Slack, la chat che da anni coinvolge milioni di utenti che possono confrontarsi sul posto di lavoro anche senza essere nello stesso ufficio.

La concorrenza non è certo nulla di nuovo e che nel mondo dei software le varie aziende si copino e si rincorrano è un classico. Soprattutto se un prodotto funziona. Cosa c'è, dunque, di nuovo questa volta? A cambiare è la risposta di Slack, che ha deciso di comprare un'intera pagina sul New York Times per rispondere a Microsoft.

Una lettera che inizia in maniera pacata, con un educato “Cara Microsoft” che campeggia in cima alla missiva e un “finalmente un po’ di concorrenza” che evidenzia il fair play di Slack. Ma poi i toni cambiano e Slack mette in guardia il colosso di Redmond. “Non si tratta semplicemente di copiare le funzioni incluse in Slack riproponendole pari pari. Ciò che ha portato negli anni milioni di persone a utilizzare Slack è qualcosa di molto più profondo delle sole funzionalità” si legge nella lettera.

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Ma la stoccata arriva alla fine, quando Slack evidenzia come il suo programma sia aperto a terzi, sia insomma una piattaforma aperta. Qualcosa che Microsoft non ha mai amato. “Sappiamo che giocare pulito non è esattamente il vostro mo

Nel 1981 Steve Jobs pubblicò una lettera per dare il benvenuto a Ibm nel mondo dei personal computer.
Nel 1981 Steve Jobs pubblicò una lettera per dare il benvenuto a Ibm nel mondo dei personal computer.

dus operandi, ma se non siete in grado di offrire una piattaforma aperta che unifica tutto in un unico luogo, semplicemente non funzionerà” concludono i ragazzi di Slack.

Una lettera aperta, quella di Slack, che ricorda in maniera imbarazzante quella pubblicata nel 1981 da Apple. 35 anni fa, infatti, la società di Steve Jobs dette il benvenuto “Seriamente” a IBM, che aveva da poco annunciato il suo ingresso nel mondo dei personal computer. Una lettera molto politicamente corretta, in cui si sottolineava – come fa Slack – la positività della concorrenza, ma come oggi anche allora la Apple – in maniera più raffinata e meno diretta – si faceva in verità pubblicità, sottolineando molto bene come loro erano arrivati al concetto di personal computer molto prima di Ibm e del resto della concorrenza.

Alla Apple la storia ha dato ragione, ma secondo molti la scelta di Slack di copiare Steve Jobs nasconde altro. Cioè la paura. Perché Microsoft Teams, a differenza di ciò che scrive Slack nella lettera, è ben diversa dal suo concorrente. Perché è a pagamento, perché fa parte del pacchetto aziendale di Office 365, perché è integrato con i prodotti Microsoft. Non solo, perché Microsoft ha cambiato filosofia negli ultimi due anni e non è così chiusa – come invece dice Slack – al mondo dei software aperti e liberi. Insomma, la sfida è lanciata, ma forse le lettere aperte non sempre portano bene come nel caso di Apple.