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Il sogno di una notte di mezza età: la pensione

L'ambiente economico in cui ci troviamo ad operare le nostre scelte non è qualcosa che è possibile scindere dalle manipolazioni dei pianificatori monetari centrali. Purtroppo per noi, sebbene le scelte volontarie dei vari attori di mercato riescano a contrastare efficacemente la presunta onniscienza di suddetti ingegneri, la mano pesante dei loro interventi riesce pure sempre ad inficiare la completa validità delle scelte dettate dall'ambiente di mercato. In questo modo il futuro proiettato dalla lungimiranza degli attori di mercato viene distorto inevitabilmente dalla saccenza di un manipolo di individui che ritiene d'avere la formula magica per un Eden economico. Non è così e la persistenza della crisi economica, nonostante una pseudo-ripresa sventolata dai media mainstream, ne è la prova. Non esiste conoscenza nelle decisioni prese dai policymaker, bensì esiste l'asservimento a benefici di breve termine. Non esiste un piano per raggiungere la prosperità consono con le esigenze dei vari attori di mercato, esiste la convinzione di un manipolo di persone che l'economia nel suo complesso dovrebbe eseguire delle linee presumibilmente salutari dal punto di vista economico.

In sintesi, non esiste un focus ai bisogni dei vari attori di mercato poiché materialmente impossibile da realizzare; esiste invece la distruzione dei singoli piani individuali che avrebbero apportato miglioramenti significativi al futuro del panorama economico. Col passare del tempo questa distruzione erode progressivamente il bacino dei risparmi reali, andando a compromettere seriamente quelle attività che, in assenza d'intromissione centrale, avrebbero prosperato sfornando beni e servizi domandati genuinamente dalla popolazione e migliorando la divisione del lavoro. Invece le risorse economiche scarse vengono ridistribuite ad attività che invece le sprecano, incanalando la società lungo una strada costituita da un lento ed inevitabile declino, qualora tale meccanismo dovesse persistere.

In questo contesto va ad inserirsi uno dei temi che su questo blog è stato spesso riproposto. Perché? Perché rappresenta l'ultima colonna grazie alla quale il parassitismo dello stato viene ancora accettato. Sto parlando del sistema pensionistico pubblico. Esso (Euronext: ES.NX - notizie) si presume che metta da parte i soldi che i contribuenti pagano in tasse e li investa in titoli sicuri. L'obiettivo è quello di ottenere più soldi affinché si possano pagare quei contribuenti che vanno in pensione. L'immaginario comune, infatti, presuppone l'esistenza di una qualche cassetta di sicurezza in una qualche banca famosa che conserva i loro soldi fino alla pensione. Non solo, ma a ciò suddetto immaginario aggiunge anche la fantasia che tali soldi siano investiti in asset "sicuri" che alla fine renderanno un capitale maggiore. Alla fine non funzionano così anche tutti gli altri fondi pensione? Quelli privati probabilmente, ma quelli pubblici no.

Lo stato è l'unica istituzione talmente stupida nella società da prendere in prestito a breve termine e spendere a lungo termine. Alla fine questa consuetudine lo manderà in bancarotta, ma non perirà senza provare a sopravvivere un giorno in più. Questo significherà operare raid nei fondi pensione per decurtare le prestazioni che aveva promesso nel momento in cui riscuoteva i contributi. Il CBO degli Stati Uniti, ad esempio, prevede (in modo ottimistico) che entro il 2033 lo zio Sam sarà in grado di garantire solo i tre quarti delle prestazioni pensionistiche. Attenzione, perché qui stiamo parlando di cifre on-budget, visto che se si considerano anche quelle off-budget abbiamo a che fare con una bomba finanziaria ben oltre i $200,000 miliardi. Queste sono passività non finanziate nel presente, ovvero, passività di bilancio esistenti ora; ciò a sua volta vuol dire che i pianificatori centrali devono tirare fuori questa somma adesso e sperare che gli investimenti in cui verranno gettati renderanno, come minimo, il 5%. E questo solo per rendere sostenibile l'attuale quantità di baby-boomer che sta andando in pensione.

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Secondo il Wall Street Journal i baby-boomer hanno risparmiato nei loro conti di risparmio circa $10,000 miliardi, ma se pensiamo che esistono circa 75 milioni di persone che ricadono in questa categoria, allora abbiamo a che fare con $133,000 a persona. Una cifra che difficilmente potrà sopperire a circa 20 anni di pensionamento. Senza contare che il panorama economico per i loro figli è diventato a dir poco duro. Inoltre la prima ondata di baby-boomer è andata in pensione nel biennio 2013-2014, e guardate cosa è accaduto nel contempo:

Esatto: i contributi in entrata non basteranno a sorreggere la quantità di prestazioni in uscita.

In passato i fondi pensione potevano "contare" su investimenti sicuri come le obbligazioni del Tesoro o le obbligazioni societarie con rating elevato. I rendimenti di questi titoli "sicuri" avrebbero aiutato i fondi pensione a far crescere i loro conti quel tanto che bastava per pagare i pensionati. Ma tutto questo è cambiato da quando la FED ha abbassato i tassi d'interesse e li ha tenuti inchiodati allo zero bound per quelli che sono ormai 94 mesi.

EUFORIA INGIUSTIFICATA

La FED, così come le altre principali banche centrali, hanno sostenuto alacremente il settore finanziario dell'economia, presentando la tesi secondo cui un presunto "effetto ricchezza" a cascata si sarebbe materializzato nell'economia grazie alla trasmissione di presunta ricchezza reale dal mercato azionario/obbligazionario al resto dell'ambiente economico. Questa teoria, purtroppo, è tratta direttamente dal libro magico del keynesismo, secondo il quale non esistono mai bilanci che si possono saturare e la domanda aggregata è solamente una funzione monetaria. Indovinate un po' invece? La baldoria del credito facile terminata nel 2008, almeno per Main Street, ha fatto raggiungere alla maggior parte degli americani il livello di Picco del Debito. In questa condizione sono tornati a spendere alla vecchia maniera: in base al reddito corrente. Nonostante i pungolamenti da parte degli economisti keynesiani, la banca centrale ha fatto ben poco per migliorare l'occupazione reale o il consumo per la stragrande maggioranza degli americani.

Quindi il denaro di nuova creazione è rimasto principalmente intrappolato nel sistema finanziario, andando a gonfiare i prezzi degli asset. Le uniche realtà che hanno potuto godere di questa manna sono state quelle i cui asset finanziari sono stati comprati in massa. In questo modo le grandi imprese, invece di sviluppare settori cruciali per la produzione, hanno riciclato il denaro nei casinò finanziari del mondo, cedendo in ostaggio i loro bilanci alla speculazione selvaggia di robo-trader e amanti della leva finanziaria. Quindi la pseudo-ripresa di cui siamo stati testimoni nell'ultimo periodo è stata sostanzialmente una funzione dell'espansione del credito e dell'ingegneria finanziaria, uccidendo l'innovazione e spianando la strada ad un mercato drogato dal credito e disposto ad alzare l'asticella dell'azzardo morale ad un nuovo livello.

La prossima recessione segnerà quindi la fine dell'efficacia delle banche centrali di calciare il barattolo lungo la strada. Main Street, l'elemento motore dell'economia, non sarà in grado di diventare ancora una volta la discarica in cui scaricare pattume finanziario attraverso il credito facile per mandare avanti la baracca.

C'è una grande differenza tra una ripresa economica supportata dalla forza economica sottostante al contrario di un'inflazione dei prezzi degli asset derivante da iniezioni di liquidità. La prima è sostenibile, mentre quest'ultima è "sostenibile" solo finché ci sono bilanci puliti da saturare. Gli interventi delle banche centrali sono finiti, soprattutto perché c'è un limite al numero di bond che possono essere scambiati per contanti prima che il mercato del credito si inceppi del tutto. C'è anche un limite alla capacità del mondo di funzionare nel contesto di un ambiente permeato da tassi d'interesse negativi. L'economia non è un macchinario che può essere guidato dalla presunta lungimiranza di un manipolo di individui che presumibilmente possono muovere le leve monetarie in una banca centrale. L'economia è un complesso stratificato di decisioni individuali che mirano a migliorare il benessere e la vita degli attori di mercato. Ognuno di loro ha un piano specifico per giungere alla migliore conclusione che considera soddisfacente per la sua persona.

Infatti in un mercato privo di ostacoli la redditività delle imprese, ad esempio, deriva dalla loro capacità di soddisfare al meglio i desideri degli attori di mercato. Sebbene il valore sia nell'occhio del consumatore, l'imprenditore di successo è colui che riesce ad intuire ed anticipare questo valore in base ad un calcolo economico effettuato in base a fondamentali di mercato genuini. La progressione sociale, tecnologica ed economica derivante da questo asseto è decisamente elevata, perché se pensate ad esempio a quanto sia utile per voi un'automobile o il vostro portatile e moltiplicate questa utilità per tutte le persone nel mondo, il risultato eclisserà totalmente i profitti monetari registrati dalla varie imprese. Discorso diverso, invece, se di mezzo ci sono privilegi, protezioni, barriere all'entrata, sussid Autore: Francesco Simoncelli Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online