Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 7 hours 1 minute
  • Dow Jones

    38.807,33
    +96,04 (+0,25%)
     
  • Nasdaq

    17.187,90
    +330,86 (+1,96%)
     
  • Nikkei 225

    38.490,17
    -347,29 (-0,89%)
     
  • EUR/USD

    1,0877
    +0,0002 (+0,02%)
     
  • Bitcoin EUR

    65.398,57
    +478,20 (+0,74%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.523,91
    +50,17 (+3,41%)
     
  • HANG SENG

    18.424,96
    -19,15 (-0,10%)
     
  • S&P 500

    5.354,03
    +62,69 (+1,18%)
     

La tirannia dei dottorati in economia

Triste a dirsi, ma non abbiamo visto ancora niente. Il mondo è alla deriva nell'entropia finanziaria, e andrà sempre peggio. Questo perché l'emergente crollo del mercato azionario non è solo l'ennesima correzione ciclica; è la fase d'apertura della fine dei giochi.

Cioè, la fine della tirannia dei dottorati in economia.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) corso degli ultimi due decenni le principali banche centrali del mondo sono state colonizzate da eccentrici keynesiani. Questi scribacchini accademici e burocrati affamati di potere hanno spinto la repressione dei tassi d'interesse, la massiccia monetizzazione (QE) e l'implacabile manipolazione dei mercati finanziari, ai limiti della sanità mentale. Una determinazione dei prezzi onesta guidata dal mercato, è morta stecchita.

Non c'è bisogno di altre prove per dimostrarlo, se non quella raffigurata di seguito. Ciò che dimostra la storia finanziaria, sopra ogni altra cosa, è che non ci si può fidare degli stati affinché onorino i loro debiti.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Infatti lo stato sociale moderno ha un vero e proprio desiderio di suicidarsi fiscalmente.

In quale altro modo si può definire l'annuncio del Giappone di rinviare ancora una volta l'aumento della tassa sui consumi? Il suo debito pubblico è già al 240% del PIL, e la sua popolazione sta rapidamente finendo negli ospizi.

Ad un rapporto debito/PIL del 135%, l'Italia non è da meno. La sua economia è ancora più piccola di quanto non fosse nel 2007, il suo sistema bancario ha più di $200 miliardi di crediti inesigibili, il suo settore pubblico sperpera più del 50% del PIL e il suo governo politico è corrotto e paralizzato.

Eppure questi sono solo i casi più disperati riguardo la condizione fiscale nel mondo. Con $80,000 miliardi di debito pubblico e passività non finanziate legate alle elargizioni sociali, il governo degli Stati Uniti non sta molto meglio rispetto ai casi disperati europei.

Una volta la tendenza dei politici a finire in bancarotta era tenuta in scacco, almeno parzialmente, dalla paura dei bond vigilantes e dalla prospettiva di un'impennata dei costi degli interessi sul debito pubblico. Mi è capitato d'assistere ad uno di questi episodi, quando il decennale statunitense pagava un coupon del 15%.

È stato sufficiente affinché anche i democratici rinunciassero ai deficit!

Almeno fino a quando il GOP non ha spinto per riforme riguardanti previdenza sociale e altre elargizioni sociali. A lungo andare tagli fiscali e una spesa militare esorbitante hanno estirpato la vecchia disciplina fiscale. E poi Greenspan ha finito il lavoro quando nel 1994 ha gettato la spugna nei confronti della disciplina monetaria.

Una volta il tasso d'interesse sul debito rifletteva una compensazione per il rischio di credito e l'inflazione.

Adesso (Xetra: ADN2.DE - notizie) "gli investitori" non sono remunerati per nessuno di questi costi. Invece grazie ai folli uomini presso le nostre banche centrali, sono costretti a pagare gli stati affinché possano accendere prestiti.

Ma questa non è una condizione aberrante nei recessi più remoti del mercato obbligazionario globale. Ora ci sono $10,000 miliardi di titoli di debito sovrano con rendimenti negativi — e questa cifra sta crescendo di settimana in settimana.

Non ci potrebbe essere nulla di più perverso di una banca centrale che distrugge il mercato dei titoli di stato. Ma questo è esattamente ciò che stanno facendo, e la fine dei giochi è ormai un evento di cui si preoccupa anche Bill Gross:

Bill Gross, manager del Janus Global Unconstrained Bond Fund da $1.4 miliardi, ha avvertito che le politiche delle banche centrali, le quali hanno spinto migliaia di miliardi di dollari in obbligazioni a tassi d'interesse negativi, finiranno per ritorcersi contro di loro.

"I rendimenti globali sono tra i più bassi in 500 anni di storia documentata," ha scritto Gross sull'account Twitter (Xetra: A1W6XZ - notizie) di Janus Capital Group Inc. "$10,000 miliardi di obbligazioni a tasso negativo. Si tratta di una supernova che esploderà da un giorno all'altro."

A dire il vero, una supernova ha almeno una base in fisica. È una stella in fin di vita che aumenta improvvisamente la sua brillantezza a causa di una catastrofica esplosione che espelle la maggior parte della sua massa.

Non la NIRP. Non c'è nulla di naturale o scientifico in essa. Ed è tutt'altro che brillante.

È un mutante economico partorito dalla mente fantasiosa di economisti keynesiani arroganti. Hanno il coraggio di credere che un piccolo drappello di pianificatori monetari centrali possa avere una capacità migliore di fissare il prezzo di denaro, debito, capitale e rischio, rispetto a milioni di agenti che una volta popolavano i mercati finanziari

Un recente pezzo sul Wall Street Journal ha evidenziato un dibattito all'interno dell'Eccles Building che somiglia molto ad un discorso sulla stregoneria.

I funzionari della FED non sono d'accordo circa il loro punto finale, in parte perché fanno fatica a capire come mai negli ultimi anni sia diminuito un altro tasso d'interesse — il misterioso tasso naturale. E per questo molti si stanno rivolgendo alle riflessioni di Knut Wicksell, un esperto svedese sul tema morto 90 anni fa.

Secondo i libri di testo, questo cosiddetto tasso naturale è il tasso aggiustato all'inflazione coerente con un'economia che opera al suo pieno potenziale, ovvero, espansione senza surriscaldamento. Conosciuto anche come tasso d'equilibrio o tasso neutrale, riequilibra il risparmio e gli investimenti.

Il tasso naturale non può essere osservato direttamente; la FED intuisce che è stato raggiunto solo da come risponde l'economia. "È come scoprire Plutone: è possibile vedere solo l'effetto della forza gravitazionale," ha affermato Eddy Elfenbein, investitore e blogger presso il sito Crossing Wall Street, confrontandolo con il pianeta nano la cui esistenza è stata desunta dalle orbite di Urano e Nettuno.

Beh no. Non esiste una cosa come un "tasso d'interesse naturale".

Esistono tassi ancorati confezionati dai banchieri centrali che inondano il mercato con denaro stampato, cosa che destabilizza l'equilibrio domanda/offerta di risparmio e prestiti; e ci sono tassi di mercato scoperti grazie alla continua interazione tra risparmiatori e debitori.

In un mercato libero, i risparmiatori hanno bisogno di un tasso abbastanza alto per indurli a rinunciare al consumo corrente, mentre i mutuatari sono limitati al ripagamento dei debiti in base al reddito corrente e/o al rendimento degli asset finanziati.

Il tasso d'interesse di mercato risultante, riflette un aggiustamento continuo tra domanda e offerta. Il suo livello nel corso del tempo può essere influenzato da una moltitudine di fattori, tra cui la demografia, il cambiamento tecnologico, le dinamiche imprenditoriali, le guerre, la siccità, le inondazioni, le imposte e le intrusioni burocratiche, solo per citarne alcuni.

Una cosa è certa: quando gli spiriti animali diventano troppo turbolenti e la mandria di speculatori fa salire la domanda di credito, le bolle scoppiano. Quando non possono essere tirati fuori più risparmi dal reddito corrente a causa dell'aumento dei tassi d'interesse, il mercato affronta una pulizia; il ciclo economico entra in azione e i mercati si auto-correggono.

Le banche centrali, al contrario, ammutoliscono, travolgono e, infine, annullano tutti i segnali di prezzo per plasmare artificialmente il tasso d'interesse di mercato. I pianificatori monetari centrali tentano di agganciare il tasso basandosi su costrutti puramente teorici — che sono, in ultima analisi, arbitrari e praticamente sbagliati.

In tale contesto, infatti, il "tasso d'interesse naturale" è solo un derivato della nozione fantasiosa secondo cui esiste una cosa come una piena occupazione. Sembra proprio che uno dei membri più confusi del consiglio della FED abbia trascorso la sua vita professionale a studiare esattamente questo:

"Non stiamo vedendo alcuna salita del tasso naturale, sebbene l'economia sia tornata alla sua piena forza" ha detto in una recente intervista al Wall Street Journal, John Williams, presidente della FED di San Francisco.

Proprio così. Secondo John Williams il tasso naturale d'interesse è sceso dal 2-3% nel primo decennio di questo secolo, al livello negativo di oggi. E questo implica, secondo questo dottorato, che i tassi d'interesse nominali devono essere ancorati allo zero, o anche meno, per un periodo di tempo indefinito, perché la vasca da bagno del PIL potenziale non è ancora stata riempita fino all'orlo.

Ma tutti i punti nella zona azzurra del grafico qui sotto, che ora s'è trasformata nella zona arancione, rappresentano l'interazione tra variabili economiche essenzialmente inconoscibili.

Vale a dire, il PIL potenziale, la piena occupazione, la capacità produttiva e il tasso generale d'inflazione, non possono essere misurati con sufficiente accuratezza, o restare fissi così a lungo da convalidare anche lontanamente i calcoli di Williams.

Questo tipo non ha fatto altro che rappresentare graficamente il rumore statistico. Infatti lui e il resto del drappello keynesiano hanno trasformato i mercati finanziari del mondo in casinò incendiari, mentre inseguivano ciò che equivale ad unicorni economici.

Che il grafico qui sora sul tasso d'interesse naturale sia puro burocratese accademico, è evidente da due dei suoi ingredienti fondamentali — i Autore: Francesco Simoncelli Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online