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Trump: 54 miliardi alla Difesa. Ma i numeri glielo vietano

L’ultimo annuncio del neoeletto presidente Trump è roboante come i precedenti e, proprio come i precedenti, altrettanto difficile da mettere in pratica.

Il nuovo piano di Trump

Trump ha deciso: secondo quanto scritto nel budget per la Casa Bianca e inviato alle agenzie federali, le spese per la Difesa della nazione saranno aumentate di 54 miliardi di dollari. Una cifra record che vedrà già nel 2018 un +9% come voce di spesa nel bilancio federale ma che sarà neutralizzato da tagli corrispondenti in altre voci. Come ad esempio i finanziamenti ai paesi esteri e alle altre agenzie, tra cui l'Environmental Protection Agency, (Agenzia di protezione per l’ambiente) e il Dipartimento di Stato,. Una scelta che è stata motivata con il fatto che l’America, secondo il tycoon, ha necessità di ricostruire il proprio arsenale militare impoverito da accordi con le altre nazioni, accordi che hanno messo gli Usa in una posizione di debolezza. La prova, secondo Trump, arriverebbe proprio dal fatto che (testuali parole) “gli Usa non vincono più le guerre”. Tuttavia, come Linette Lopez di Business Insider ha sottolineato si tratta di una realizzazione molto difficile da fare. Infatti nel bilancio fiscale 2017 degli Usa le spese totali stimate per l'esercizio 2016 e divise tra EPA, Dipartimento di Stato e programmi di assistenza internazionale ammontano a circa 55 miliardi di dollari, il che significa che il bilancio del presidente Trump avrebbe bisogno di eliminare quasi completamente le agenzie stesse per riuscire a coprire il budget aumentato per la sicurezza.

Un altro passo verso gli oleodotti

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Non solo, ma è da ricordare anche che l’agenzia per la difesa dell’ambiente ha al suo attivo un bilancio di circa 8.3 miliardi di dollari e 15.00, un livello mantenuto praticamente identico da circa sei anni, senza che la stessa chiedesse aumenti di sorta per la realizzazione dei propri progetti a difesa dell’ambiente, dell’aria e dell’acqua oltre che per la salvaguardia dei siti e delle popolazioni indigene dei nativi americani, le stesse che un altro piano di Trump, quello per la costruzione degli oleodotti, ha minacciato. Infatti le direttive della nuova amministrazione hanno dato il via libera per i tanto contestati gasdotti (in realtà presentati sotto l’amministrazione Obama che a sua volta li aveva momentaneamente bloccati solo a dicembre) che, secondo i progetti, costerebbero 3,8 miliardi di dollari. Nello specifico si tratta del Dakota Access, che attraversa le terre sacre dei Sioux, e del Keysonte Xl, che dal Canada arriverebbe al Texas e alla Louisiana.

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