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Russia, la crisi ucraina presenta il conto: Pil -0,5% nel primo trimestre

Se la popolarità del Cremlino è cresciuta grazie alla gestione della crisi ucraina, altrettanto non si può dire dell’economia russa. Nel primo trimestre il prodotto interno lordo si è contratto dello 0,5%. A comunicarlo alla Duma è stato il ministro dell’Economia Alexei Ulyukayev, il quale ha sottolineato come ai problemi strutturali (mancanza di riforme, corruzione e crepe nello Stato di diritto) si sia aggiunta la sfiducia degli investitori stranieri. “In aggiunta ai fattori interni che rallentano la crescita economica e che già conosciamo, abbiamo un alto livello di incertezza sui mercati finanziari globali”, ha detto Ulyukayev. “Una grossa fuga di capitali, a causa della situazione geopolitica tesa degli ultimi due mesi, in cui gli investitori non riescono a prendere decisioni di investimento”, ha specificato. Già a inizio aprile sia il Fondo monetario che lo stesso governo russo avevano rivisto decisamente al ribasso le previsioni di crescita per l’intero 2014. L’emorragia di capitali stranieri, cominciata a fine 2013, ha visto un’impennata all’inizio dell’anno a causa dell’annessione della Crimea e delle sanzioni occidentali. In tre mesi a prendere il volo sono stati oltre 60 miliardi di dollari, pari al totale dell’anno scorso. Le tensioni odierne potrebbero far scattare altri provvedimenti, motivo per cui Ulyukayev chiede più spesa in infrastrutture e meno investimenti in attività finanziarie occidentali.