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La ripresa è nelle mani della Bce

Archiviata una settimana caratterizzata dalle elezioni europee, i mercati ora volgono lo sguardo alle decisioni della Bce. Da quello che decideranno di fare i membri dell’Eurotower, infatti, dipenderà in buona parte il concretizzarsi della ripresa in Europa.

Premiata la stabilità

I segni di stanchezza della fase Toro, emersi le scorse settimane, sono stati spazzati via dall’esito delle elezioni europee. Gli italiani hanno manifestato un desiderio di stabilità assegnando il 40% delle preferenze al Pd del premier Matteo Renzi e la cosa è stata accolta positivamente dal mercato. C’è la sensazione, infatti, che ora vi siano le condizioni ideali per condurre in porto le riforme, destinate inevitabilmente a scontentare qualcuno. La fiducia, come si è già visto in passato, non sarà illimitata, ma legata all’effettiva messa in pratica delle promesse.

Intanto un po’ di volatilità è tornata a far capolino nelle ultime due sedute della settimana, soprattutto dopo che sono emersi lo stop alla crescita dell’economia americana e sono arrivate le notizie sull’inflazione, che a maggio si è fermata allo 0,5%, con il cosiddetto “carrello della spesa” (cioè i prodotti acquistati con maggiore frequenza) ad appena +0,1%. Si tratta del rincaro più basso da luglio 2010, cosa che fa crescere i timori di caduta dell’Italia (ma il problema riguarda anche altri Paesi europei) in recessioni.

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Le possibili soluzioni

Ecco perché i riflettori tornano a essere puntati sulla Bce, che giovedì 5 giugno tornerà a riunirsi. Potrebbe essere quella l’occasione per mettere in pista nuove misure di stimolo all’economia. L’ipotesi più accreditata è relativa a un nuovo taglio dei tassi ufficiali dallo 0,50% allo 0,15%. In realtà, i tagli degli ultimi anni sono stati numerosi, ma la trasmissione del beneficio non è arrivata alle famiglie e alle imprese. Ecco perché, in affiancamento a questo taglio, potrebbe essere messo a punto un piano di prestiti a tasso agevolato per le banche dell’area euro, condizionato alla ripresa dei finanziamenti verso l’economia reale. L’obiettivo dell’istituto diretto da Mario Draghi è anche di svalutare un po’ l’euro, in modo da consentire alle imprese europee di tornare competitive sul fronte dell’export. L’attesa cresce e, verosimilmente, questo porterà nei prossimi giorni a un po’ di volatilità sui listini.