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I rimborsi più assurdi dei consiglieri regionali

Roberto Cota in aula per Rimborsopoli. Il processo vede coinvolti altri 24 consiglieri della sua legislatura con l'accusa di peculato. “Sono qui per esporre le mie ragioni. Questa accusa è paradossale ma io sono sereno”, dice l'ex governatore del Piemonte. Nei 24.000 euro circa contestati a Cota c'è di tutto: pasti, anche contemporanei a chilometri di distanza, regali di nozze “di rappresentanza” destinati suo ex assessore Michele Coppola, cravatte, argenteria, un caricabatterie, una cornice, dentifricio e spazzolino da denti e dei curiosi boxer verdi acquistati da Martha's Vineyard. Spese non giustificate, per i pm. A incastrarlo, gli stessi tabulati del suo cellulare. In principio fu il caso Fiorito, ovvero lo scandalo scoppiato nel Lazio, laddove l'ex capogruppo regionale del Pld, nel 2012, fu accusato di aver usato soldi pubblici per fini meramente privati. Poi Rimborsopoli ha coinvolto i consiglieri regionali delle opposte fazioni politiche, in grado di chiedere rimborsi e spendere soldi pubblici per motivi privati, nelle maniere più strambe o in quelle sensate, ma senza senso della misura. Ecco gli esempi più clamorosi emersi dalle inchieste degli ultimi tempi.