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Onorevoli a libro paga delle lobby?

Onorevoli a libro paga delle lobby?

“Le lobbies pagano senatori e onorevoli”. Uno stipendio fisso, che varia a seconda dell’emendamento da votare. A lanciare la denuncia è stato un assistente parlamentare di Palazzo Madama, intervistato dalle Iene in un servizio andato in onda domenica sera. “Chi sa qualcosa farebbe bene a denunciare questi comportamenti gravissimi”, è stato l’immediato commento di Pietro Grasso, presidente del Senato, che ha subito precisato di “fornire agli inquirenti nel più breve tempo possibile tutte le informazioni che riterranno utili alle indagini”.

Un sistema rodato, con un tariffario preciso, che andrebbe avanti da anni. Non usa mezzi termini il portaborse che nel servizio delle Iene racconta a Filippo Roma come multinazionali abbiano a libro paga senatori e onorevoli. “Ci sono le multinazionali – racconta l’assistente con la voce contraffatta che ha chiesto di rimanere anonimo – che ogni mese per mezzo di un loro rappresentante fanno il giro dei palazzi, sia al Senato che Camera: incontrano noi assistenti e ci consegnano dei soldi da dare ai rispettivi senatori e onorevoli”. Sempre secondo la fonte anonima, l’obiettivo sarebbe chiaro: “Quando ci sono degli emendamenti da votare, i senatori e gli onorevoli votano a favore della categoria che paga”. E il tutto seguendo un prezziario ben definito. “Per quel che mi riguarda – continua l’assistente – conosco due multinazionali, una del settore dei tabacchi e un’altra nel settore dei videogiochi e slot machine. Entrambe elargiscono 1.000 euro e 2.000 euro ogni mese”. La tariffa non è sempre uguale perché dipende, ovviamente, dall’importanza del senatore. Nel caso si tratti di un inquilino molto influente di Palazzo Madama, l’importo lieviterebbe fino a 5mila euro. La fonte anonima parla anche delle sale Bingo e di come si sarebbero formati due gruppi, “partecipati sia da uomini del centrosinistra che da uomini del centrodestra”. Un gruppo farebbe capo a due ex ministri, in questo caso “entrambi del centrosinistra”.

Una bomba sganciata sul Parlamento, in un momento non certo facile per quanto riguarda i costi e i malcostumi della politica, al centro di severe critiche soprattutto da parte dell’opinione pubblica. Il presidente del Senato, comunque, ha annunciato che non lascerà cadere queste dichiarazioni nel nulla: “Dalle anticipazioni giornalistiche in merito al servizio delle Iene su deputati e senatori che, nelle scorse legislature, sarebbero stati pagati da multinazionali per operare modifiche favorevoli ai disegni di legge in discussione – si legge in una nota diffusa da Palazzo Madama – emerge la denuncia di un comportamento che, se provato, sarebbe gravissimo”. C’è da dire che la forma anonima delle rivelazioni – l’assistente per non farsi riconoscere nel servizio televisivo è di spalle e indossa un cappello - non facilita eventuali denunce. “Purtroppo – continua la nota – la natura di denuncia, anonima della fonte e nei destinatari, rende difficile procedere nell’accertamento della verità. Spero quindi che gli autori del servizio e il cittadino informato di fatti così gravi provvedano senza indugio a fare una regolare denuncia alla Procura”.

Insomma, le lobby che pagano la casta. E i politici fanno quello che vogliono. Le Iene, infatti, hanno mandato in onda anche un altro servizio che racconta come la maggior parte dei parlamentari paghi in nero i suoi assistenti. Molti “portaborse” prenderebbero, a quanto si riferisce nel servizio, 800 euro in nero al mese, pur avendo il regolare tesserino per entrare a Palazzo Madama. “Il 70 per cento dei colleghi si trova nelle mie stesse condizioni”, racconta un altro assistente parlamentare, sempre in forma anonima, aggiungendo come stia lavorando in nero da circa dieci anni e di essere stato “sia assistente di un senatore di destra che di uno di sinistra”. Come dire, lo sfruttamento del lavoro è bipartisan. “All’interno di Palazzo Madama, dove si approvano le leggi, non hanno validità le leggi stesse ma solo i regolamenti interni. E’ questo il vero problema”, commenta il questore del Senato, la grillina Laura Bottici. In Italia, in buona sostanza, il Parlamento fa le leggi che tutti devono rispettare, tranne i parlamentari. Un paradosso assolutamente nostrano.