Sono loro gli chef più apprezzati (e pagati) d'Italia

Dal portafoglio più vuoto (si fa per dire) a quello più pieno, ecco i primi in ordine crescente: la famiglia Iaccarino. Un ristorante (Don Alfonso, a Sant'Agata sui Due Golfi) e svariate aziende alberghiere, agricole e consulenze qua e là, per un fatturato pari al momento (ma è in crescita) a 2,5 milioni di euro annui. Curiosità: Don Alfonso viene portato avanti da ben due generazioni della famiglia Iaccarino... che potrebbero diventare tre. Il padre Alfonso, i figli Ernesto e Mario, e ora anche il figlioletto di Ernesto!

Insieme alla sorella Cristiana gestisce il ristorante Reale a Castel di Sangro, Abruzzo, e la scuola di cucina Spazio Romito, oltre a curare i menu dei locali Bulgari. 4,6 milioni di euro e tre stelle Michelin. Curiosità: udite udite, Niko Romito non voleva fare il cuoco! Ma, come si racconta, a 5 esami dalla fine della facoltà di economia, gli toccò tornare a casa per occuparsi del ristorante di famiglia...

5 milioni di euro (ma primo posto nella classifica degli chef migliori del mondo secondo la 50 Best Restaurants): gli affari per Massimo Bottura e la sua Osteria Francescana vanno a gonfie vele. Curiosità: prima di diventare uno dei cuochi più apprezzati e conosciuti al mondo, studiava giurisprudenza e lavorava come grossista di prodotti petroliferi nell'azienda di famiglia. Insomma, chi glielo avrebbe mai detto!

Ecco poi Andrea Berton, allievo del mitico Gualtiero Marchesi: per lui si contano una stella Michelin, tre ristoranti tra Milano e Como e 5,1 milioni di euro in banca. Curiosità: Berton racconta del suo primo incontro con il maestro Marchesi: "La prima volta che lo incontrai fu perché decisi di presentarmi al suo ristorante e propormi, senza un appuntamento. Mi prese subito a lavorare, non passò neanche un giorno. Era il 1989".

L'unico, nella top 10, la cui posizione sembra peggiorare piuttosto che migliorare, che è già di per sé una curiosità. Due anni fa le cose andavano meglio per il Perbellini, che oggi ha un conto in banca di "soli" 5,3 milioni di euro... Sarà, eppure i suoi ristoranti (il bistellato Casa Perbellini a Verona, il Dopolavoro a Venezia e La Locanda a Hong kong) sono sempre pieni.

6,1 milioni di euro annui per il proprietario della Trattoria Bartolini all’Andana, il Glam a Venezia e il Casual a Bergamo. Anche se pare che abbia intenzione di aprirne altri... Curiosità: ha ben 6 stelle Michelin, classificandosi come uno degli chef più stellati in Italia (insieme a Bruno Barbieri, che però ne ha 7).

Carlo Cracco non è il più ricco ma ha un fatturato mica male: 8,1 milioni di euro derivanti (soprattutto) da Masterchef e pubblicità, oltre che dai numerosi locali di proprietà (come quello in galleria Vittorio Emanuele, uno spazio eventi, Carlo e Camilla in Segheria, Garage Italia e Ovo a Mosca). Curiosità: come ha fatto sapere la moglie Rosa Fanti, "Abbiamo un rito quotidiano: ceniamo tutte le sere, insieme, alle 18.30. All’inizio mi sembrava di far merenda, adesso è uno dei momenti più belli. Torniamo a casa verso le 17.30, e Carlo massimo alle 20 deve essere al ristorante. Così lui si mette ai fornelli e ci mettiamo a tavola presto, con i bambini".

9,9 milioni di euro per Cannavacciulo, noto ai più per le numerose partecipazioni televisive. E il conto in banca continua a crescere... Non solo grazie all'hotel ristorante Villa Crespi a Orta San Giulio, il bistrot di Torino e la pasticceria di Novara, ma anche, appunto, grazie alle trasmissioni tv Masterchef e Cucine da Incubo. Curiosità: di Cannavacciuolo è rinomata anche la stazza, che tuttavia non è sempre stata così imponente. La moglie ha raccontato: "Tony ha sofferto lo stress. E così è ingrassato. Quando l’ho conosciuto pesava 82 chili per un metro e novanta di altezza. Era magro". Forse, comunque, è possibile che a casa lo chef debba mangiare per due, visto che lui stesso ha detto che "mia moglie è vegetariana perché mangia solo tofu, insalate, bietole e, una volta ogni tanto, pesce".

13,4 miloni di euro annui: a tanto ammonta il fatturato dei fratelli veneti Massimiliano e Raffaele, con un regno che conta almeno dieci locali tra Italia e Francia, tra cui il ristorante 3 stelle Michelin Le Calandre, e poi La Montecchia, i Quadri e Amo T Fondaco dei Tedeschi a Venezia. Curiosità: Massimiliano ha inventato due piatti di cui sentiremo parlare sempre di più: il risotto zafferano e liquirizia ("in onore di mia moglie, che è calabrese") e la pizza al vapore (di cui ha anche ottenuto il brevetto!).

Il loro ristorante 3 stelle Michelin 'da Vittorio', in provincia di Bergamo, è tra i 50 più apprezzati al mondo. E così, con un incasso di 17,9 milioni di euro e una crescita annua del 3,5%, i fratelli Cerea salgono sul gradino più alto del podio tra i "meglio stipendiati" grazie ad un vero e proprio impero nella ristorazione. I due fratelli dirigono infatti anche il relais La Dimora, la pasticceria Cavour, l’azienda di catering Vi.co.ok., oltre a varie attività all’estero. Ovviamente hanno scritto libri, aperto scuole di cucina e offrono costantemente consulenze esterne. Curiosità: entrambi i fratelli, Chicco e Bobo, sono chef, ma nel ristorante, aperto nel 1966, lavora attivamente tutta la famiglia Cerea, chi in sala e chi in cucina, e sono tutti perfettamente in sintonia!

Anche se fuori dalla classifica di Pambianco dei 10 più pagati, c'è anche l'indimenticabile e pluristellato (ben 7) Bruno Barbieri, che pure ha ottenuto grande fama grazie alla partecipazione a programmi televisivi come Masterchef, Quelli che il calcio e 4 hotel. Nel 2016 ha aperto il bistrot Fourghetti a Bologna. Curiosità: ha parlato più volte del difficile rapporto con il padre, che conobbe soltanto in età adulta e che probabilmente non ha mai apprezzato la sua scelta professionale nel settore della cucina, motivo per cui Barbieri ha dovuto ricorrere alla terapia psicologica.

Anche lui famosissimo cuoco e conduttore televisivo. Ha lavorato soprattutto nell'ambito della consulenza e ha aperto nel 2017 il suo primo ristorante a Milano: 'Alessandro Borghese - il lusso della semplicità". Curiosità: da giovane lavorava nella cucina della nave da crociera Achille Lauro e si salvò dal naufragio del 1994 grazie a una zattera gonfiabile.

Crippa, 3 stelle Michelin e il ristorante Piazza Duomo ad Alba, è il migliore cuoco italiano nella lista 'Best Chef in the World 2019'. Anche lui è un ex apprendista di Gualtiero Marchesi, che nel 1996 lo spedì a Kobe, in Giappone, per avviare un suo ristorante. Curiosità: il suo sogno? "Avere un ristorante aperto solo a pranzo, perché il pranzo è magico".

Nadia Santini è l'unica donna in classifica eppure seconda italiana preferita dopo Crippa nella lista 'Best Chef in the World 2019' con il suo ristorante Il Pescatore, a Canneto sull'Oglio. Curiosità: è stata anche la prima donna a ricevere 3 stelle Michelin nel 1996 e Gordon Ramsay ha definito i suoi agnolotti "il piatto migliore di sempre".

Stefano Baiocco è 63esimo in posizione nella 'Best Chef in the World 2019' con il suo Villa Feltrinelli a Gargnano e le sue 2 stelle Michelin. Si è formato nelle cucine aristocratiche delle corti di Alain Ducasse e Pierre Gagnaire, e poi a Yokohama, New York, Hong Kong, Oxford, Parigi, Francia e di nuovo Italia. Curiosità: a Villa Feltrinelli dimorò anche Benito Mussolini, per gli ultimi 16 anni della sua vita.