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Addio PRA, i cittadini risparmiano 11 euro

Tra le tante misure che si trovano sotto il cappello della Spending Review, il governo prova ad includere anche la questione del PRA, il Pubblico Registro Automobilistico. L'intento è quello di cancellarlo e accorparlo al database della Motorizzazione Civile.
Una decisione intrapresa già in passato - inutilmente - dai governi precedenti, come nel 2006, quando l'allora ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani  provò a scardinare questo costoso doppione tra Pra, gestito dall'Aci, e Motorizzazione.

Se l'attuale Ministero dei Trasporti riuscirà nell'intento di semplificare il percorso dell'iscrizione, fondendolo in un unico archivio dei veicoli, riuscirà a far ridurre gli oneri per la collettività di ben 60 milioni di euro l’anno. Attualmente, infatti, la doppia iscrizione del veicolo per ogni singolo cittadino relativa a immatricolazione o passaggio di proprietà, è di 9 euro per la quota della Motorizzazione civile e di 27 euro per il PRA, per un totale di 36 euro. Con l'accorpamento, invece, verranno risparmiati 11 euro pro capite.

La fusione dei registri porterebbe alla cancellazione definitiva del PRA, favorendo invece l'unica struttura che fa capo al Ministero dei Trasporti. Una riduzione "necessaria e non più rinnovabile", fanno sapere da Palazzo Chigi,  che porterà oltre che ad una riduzione dei costi anche ad una riduzione dei tempi delle iscrizioni e il possesso di un unico attestato richiesto per ogni veicolo e non più due (il certificato di proprietà dell’Aci e il libretto di circolazione della  Motorizzazione). Senza dubbio, questa svolta porterà alla rottamazione dell'Automobile Club d'Italia: dati interni dei Trasporti dimostrano come il Ced della Motorizzazione costi alla collettività circa 23 milioni l’anno, mentre quello dell’Aci costa intorno ai 39 milioni annui.

2.500 sono i dipendenti che lavorano all'interno degli uffici del PRA, che corrispondono ad un costo per lo Stato di circa 190 milioni di euro l’anno: la riforma della spesa messa in campo dal governo farà scendere questa cifra a 130 milioni, riducendone costi di 25 euro a persona, somma che avrà la duplice funzione di ripagare i costi vivi del servizio e coprire gli esuberi del personale Aci in eccesso, che sarà a sua volta trasferito nella struttura che si occuperà di trascrivere i dati nel nuovo archivio.
Insomma, un bel risparmio per la spesa pubblica, salvo incidenti di percorso. Come deviazioni dell'iter parlamentare, già accaduto in passato nell'ambito delle liberalizzazioni, oltre alle influenze da parte dei vertici dell'Aci, che già hanno dimostrato malcontento davanti alla notizia dell'accorpamento. Sottolineando come i costi del PRA non ricadano sulla collettività e come la loro struttura rappresenti "una risorsa per l’Italia".