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Al Qaeda, 10 arresti in Italia, sospetti su attentato in Vaticano

Uno degli arrestati oggi. REUTERS/Italian Police/Handout via Reuters (Reuters)

ROMA (Reuters) - La polizia ha arrestato oggi dieci presunti membri di un'organizzazione con base in Sardegna che sarebbe affiliata ad al Qaeda, nell'ambito di un'operazione anti-terrorismo che ha coinvolto sette province. Lo riferisce la polizia, precisando che le ordinanze di custodia cautelare emesse sono in tutto 18. Gli arrestati, tutti pakistani e afghani, avrebbero pianificato attentati nei loro Paesi di origine, anche se gli inquirenti, sulla base di alcune intercettazioni, non escludono che stessero progettando un'azione in Vaticano. "Non c'è la prova, c'è il forte sospetto... Da Sassari si parla di 'grande jihad' da fare in Italia, dicono 'baba', che è un capo, un leader: può essere il Papa ma non lo è necessariamente", ha spiegato in tv il responsabile della Digos di Cagliari, Mario Carta. Padre Federico Lombardi, portavoce del Vaticano, ha commentato che le ipotetiche minacce riguardano il passato, e che gli arresti odierni non destano preoccupazione. Stamani, come mostra un video diffuso dalla polizia, gli agenti hanno fatto irruzione nell'abitazione del presunto leader spirituale del gruppo, imam tra Brescia e Bergamo e dirigente del movimento pietistico Tabligh Eddawa (Società della Propaganda), che sollecitava la raccolta di fondi presso le comunità pakistano-afghane in Italia. I fondi sarebbero poi stati inviati in Pakistan mediante membri dell'organizzazione che avrebbero aggirato i sistemi di controllo sull'esportazione doganale di denaro. DUE SOSPETTI TRA FIANCHEGGIATORI DI BIN LADEN IN PAKISTAN L'organizzazione, che avrebbe introdotto illegalmente sul territorio italiano cittadini pakistani e afghani, "aveva a disposizione armi in abbondanza e numerosi fedeli che erano disposti a compiere atti di terrorismo in Pakistan ed Afghanistan, per poi rientrare in Italia", spiega una nota della polizia. Dall'indagine, diretta dalla procura distrettuale di Cagliari e coordinata dal Servizio centrale antiterrorismo, sarebbe emersa la responsabilità di alcuni degli indagati in "numerosi e sanguinari atti di terrorismo e sabotaggio in Pakistan compresa la strage nel mercato cittadino Meena Bazar in Peshawar il 28/10/2009, dove un'esplosione uccise più di cento persone". Stando poi alle intercettazioni, due dei destinatari delle ordinanze avrebbero fatto parte della rete di fiancheggiatori che in Pakistan proteggeva Osama Bin Laden. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia