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ANALISI - Elezioni Italia, investitori bond ottimisti, opportunità acquisti su volatilità

Un trader di Unicredit al lavoro a Milano. Foto del 13 giugno 2013. REUTERS/Alessandro Garofalo (Reuters)

di Abhinav Ramnarayan e Dhara Ranasinghe e Fanny Potkin

LONDRA (Reuters) - A distanza di appena un anno da quando i titoli di stato francesi e i Btp risentirono dei timori dell'ondata anti-europeista che attraversava l'Europa, i maggiori investitori mondiali in obbligazioni attendono la tornata elettorale italiana con equanimità, persino con trepidazione.

L'Italia andrà alle urne il prossimo 4 marzo e, sebbene il movimento 5 stelle anti-establishment sia in testa nei sondaggi, la ripresa economica della zona euro ha eroso le preoccupazioni politiche che turbarono i mercati l'anno scorso.

In effetti, alcuni dei maggiori investitori mondiali -- che gestiscono asset per migliaia di miliardi -- stanno prendendo in considerazione l'idea di acquistare il debito pubblico italiano nel caso in cui si verifichi una svendita nel periodo che precederà il giorno delle elezioni.

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"Le elezioni italiane offrono un'opportunità di acquisto", sintetizza Nick Gartside, chief investment officer di JP Morgan Asset Management, uno dei maggiori investitori al mondo con 2,5 migliaia di miliardi di dollari di asset in gestione. "Se si fa un passo indietro e si guarda da una certa distanza alla salute dell'economia italiana, e dell'economia della zona euro in generale, il debito pubblico italiano risulta attraente".

JP Morgan AM ritiene che il debito pubblico italiano sia sottovalutato e il premio sul decennale rispetto alla Germania potrebbe scendere di 90 punti base rispetto all'attuale livello di circa 145 punti base.

Pimco, il maggiore investitore in obbligazioni al mondo, è neutrale sull'Italia, dichiara Nicola Mai, analista e gestore di un portafoglio del fondo. "Lo spread (tra il rendimento del Btp e quello del Bund decennale) a 150 punti base è ragionevole rispetto al quadro generale, perché è tutto così tirato...".

COSA E' CAMBIATO?

La solidità dell'economia della zona euro, che ha sovraperformato gli Stati Uniti lo scorso anno, ha cambiato le regole del gioco agli occhi degli investitori.

L'Italia, la terza maggiore economia dell'area, ha un ruolo chiave: è ampiamente previsto che il Pil l'anno scorso abbia superato la stima di crescita (+1,5%). Nell'ottobre scorso Roma ha ottenuto il primo miglioramento del rating da parte di Standard & Poor's da almeno tre decenni.

Chi ha puntato contro la zona euro ha perso. Il gestore di hedge fund scozzese Hugh Hendry, negativo sulle obbligazioni italiane, è stato uno degli sconfitti, al punto da dover liquidare il fondo Eclectica Asset Management alla fine dell'anno scorso.

"Da un punto di vista dell'indice, ciò che conta maggiormente è la possibilità di un downgrade del rating, e il contesto economico positivo lo rende improbabile, anche in caso di choc politico con le elezioni", sostiene Antoine Lesne, responsabile della strategia Etf per State Street, il più grande investitore passivo al mondo, con quasi 2,5 migliaia di miliardi di asset in gestione.

Inoltre, le modifiche apportate alla legge elettorale italiana rendono più difficile per i partiti populisti conquistare la maggioranza.

Non bastasse, le stesse formazioni politiche populiste hanno attenuato la retorica anti-euro. Luigi Di Maio, candidato premier del M5s, la scorsa settimana ha detto che l'uscita dall'Italia dall'area dell'euro non è più un obiettivo del movimento.

E, in ogni caso, la possibilità che una coalizione anti-establishment conquisti la maggioranza è quasi inesistente, sottolinea Mai di Pimco.

"Il nostro scenario di base è una sorta di governo di grande coalizione, che non sarebbe un risultato fantastico, ma nemmeno costituirebbe l'esito peggiore. È 'la solita Italia': un governo traballante, non orientato alle riforme", sostiene Mai.

VENI, VIDI, VOLATILITA'

Ciò non significa necessariamente che la corsa alle elezioni sarà priva di tensioni. Ad esempio, lo spread si è allargato di circa 30 punti base nelle ultime tre settimane di dicembre, allorché venne comunicata la data della consultazione.

Sebbene buona parte delle perdite sia stata recuperata, gli investitori prevedono un periodo di volatilità.

"Abbiamo più o meno dimezzato la quantità di obbligazioni italiane in portafoglio in previsione della volatilità delle elezioni, ma siamo pronti ad incrementarla nuovamente se la volatilità tornerà a manifestarsi", dice David Zahn, a capo del reddito fisso europeo di Franklin Templeton a Londra.

"Fondamentalmente l'Italia continua a piacerci", aggiunge Zahn. "Tatticamente potremmo ridurre l'esposizione in modo da avere la possibilità di comprare in caso di sell-off".

Anche gli aumenti di spesa impliciti nelle promesse elettorali non cambieranno la convinzione generale che l'Italia sia in procinto di ridurre il debito, spiega Patrick Barbe, a capo del team del debito sovrano di Bnp Paribas Asset Management. "Ovviamente il mercato tiene conto delle coalizioni possibili, ma non prevediamo crisi, al contrario di quanto accadeva l'estate scorsa".

ELEZIONI-2018

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