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Azionario Europa: una strada per attraversare l’incertezza

Incertezza e volatilità: partite dal 2016, arrivano al 2017. Questa, in estrema sintesi, la view di Dean Tenerelli, gestore del fondo T. Rowe Price European Equity, di T. Rowe Price, asset manager statunitense fondato nel 1937 e con 812,9 miliardi di dollari in gestione (al 30 settembre 2016), quotato sul NASDAQ (Francoforte: 813516 - notizie) dal 1986 e parte dell’indice S&P 500.

Incertezza, dunque, come parola chiave per i mercati finanziari nel 2017; sconvolgimenti politici, ascesa dei populismi, cambiamento dei trend sono fattori che hanno, in passato, e potranno, in futuro, destabilizzare non poco i mercati.

Restano, comunque, diversi fattori positivi

L’Europa sta migliorando anche grazie a una tenue ripresa economica. Inoltre, come sottolinea il report, le attese di crescita globale sono più positive rispetto a un anno fa. In questo caso a dare una mano è l'approccio business friendly di Donald Trump e, dall'altra aprte del modo, anche la stabilizzazione dell’economia cinese. Per quanto riguarda l'Europa, nel 2017 continuerà il dibattito sulle misure prese dalla Banca centrale europea e sugli effetti che avranno. In particolare sul Vecchio Continente aleggia la spinta data da possibili stimoli fiscali, anche se non tutte le nazioni potrebbero essere d'accordo sulla loro applicazione. Infatti se da un alto le nazioni che potrebbero permetterseli non li applicano , dall'altra chi invece vorrebbe, non può permetterseli. Il che conferma anche una prospettiva, per l'Europa, di ripresa irregolare che si intravvede all'orizzonte.Il punto interrogativo più grande, però, a questo punto, restano la Brexit, la profondità del suo impatto e le tante incognite economiche e politiche che devono ancora entrare in gioco, visto che, come si dichiara nel report, ci sono innumerevoli fattori che potrebbero influenzare i mercati, lungo un processo che probabilmente sarà lungo e complesso.

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Come valutare, a questo punto, i mercati?

Da Tenerelli ricorda che le valutazioni in Europa attualmente sono a livelli ragionevoli, con spazio per una ripresa significativa nel caso in cui gli utili possano ristabilirsi in maniera sostenibile: le attese sui profitti hanno raggiunto il minimo e sono perciò pronte al salto di qualità. Per questo motivo ci si potrebbe attendere un cambio di rotta circa le costanti revisioni al ribasso delle aspettative. Per quanto riguarda le valutazioni dell’azionario europeo, queste mostrano poi uno sconto significativo rispetto quelle degli altri mercati più importanti, soprattutto considerando che il differenziale con gli Stati Uniti è ancora ampio. Interessante, poi, quanto dichiarato circa l'andamento delle previsioni di consensus sugli utili in Europa negli ultimi 5 anni: ogni anno è iniziato con aspettative eccessivamente ottimistiche, poi minate da varie fattori. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) 2015-2016, a segnare il calo sono state le materie prime e il collasso del prezzo del petrolio; nel 2013-2014, l’ostacolo era il rallentamento economico dei Mercati Emergenti e spesso, sullo sfondo a prescindere dagli anni, c'è stato il punto interrogativo rappresentato dal sistema bancario, con il doloroso adattamento ai tassi di interesse “più bassi, più a lungo”.

I finanziari

Diverso il discorso per il 2017: le commodity hanno rimbalzato, l’Asia è in miglioramento, l’economia Europea è in lenta ripresa e anche le banche, nonostante tutto, possono vantare un outlook sugli utili positivi, senza contare che negli Stati Uniti, pur dovendo attendere ancora qualche chiarezza per le mosse di Trump, lo scenario pare più incoraggiante rispetto a 12 mesi fa.

Tornando ai bancari, è proprio in particolare il settore finanziario, a rappresentare il comparto che più degli altri è uscito rafforzato dalla recente vittoria di Trump, sebbene il migloramento fosse più evidente già dall'estate scorsa. Dopo che i settore è stato sottopesato in portafoglio, Tenerelli sottolinea che le prospettive sono più positive per le banche, che si indebitano sulla parte corta della curva e prestano su quella lunga, potendo sfruttare l’irripidimento della stessa per far profitto. A questo si aggiunga il fatto che il quadro legislativo per le società finanziarie europee si è stabilizzato. Per questo motivo, dal fondo T. Rowe Price European Equity, fanno sapere di aver ridotto il sottopeso sul comparto, mantenendo il focus su società di elevata qualità e concentrandosi su banche con tassi di deposito solidi e un buon portafoglio di clientela che possano potenzialmente finanziare autonomamente il proprio indebitamento, invece di doversi rivolgere al mercato.

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