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Banca Finnat, sequestro da 2,5 mln a presidente Nattino, titolo cala

ROMA (Reuters) - Il Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza sta sequestrando beni per 2,5 milioni di euro a Giampietro Nattino, presidente del Cda di Banca Finnat Euramerica, indagato per manipolazione del mercato e ostacolo alle funzioni di vigilanza della Consob. E' quanto si legge in una nota delle Fiamme gialle, che precisa che il sequestro preventivo per equivalente di beni (immobili, azioni e terreni) è stato disposto dal Gip di Roma. In una nota, Nattino precisa che il provvedimento è relativo a vicende già emerse e "lo interessa personalmente e non riguarda Banca Finnat". Nella nota Nattino ribadisce la propria totale collaborazione. Il titolo di Banca Finnat perde il 3,3%. Le indagini, coordinate dalla Procura di Roma, hanno permesso di accertare che Nattino "ha avuto la disponibilità di depositi accesi sia presso lo Ior, sia presso l’Apsa (Amministrazione Patrimonio Santa Sede Apostolica), rapporti entrambi chiusi nel marzo 2011, in coincidenza con l’introduzione nello Stato della Città del Vaticano della prima legislazione antiriciclaggio". Secondo la nota della Gdf, Nattino avrebbe "compravenduto a più riprese titoli di Banca Finnat Euramerica Spa - istituto bancario del quale egli è socio ed amministratore - con modalità ritenute ingannevoli, artificiose ed idonee ad alterare sensibilmente il prezzo del titolo sul mercato, avendo egli operato occultamente in borsa sfruttando strumentalmente lo schermo formale dell’Apsa". Assieme a Nattino risultano indagati, a titolo di concorso, anche due dirigenti che nel 2011 guidavano l'Apsa, precisa la nota. Nel novembre del 2015 Reuters aveva riportato in esclusiva la notizia di un rapporto degli investigatori finanziari del Vaticano che aveva preso di mira l'attività di Nattino, con il sospetto che avesse utilizzato conti Apsa per transazioni personali sul mercato azionario italiano. Le informazioni di quel documento confidenziale, che copre il periodo dal 2000 al 2011, erano state trasmesse agli investigatori italiani e svizzeri per le rispettive verifiche. L'Apsa, una sorta di ufficio di contabilità generale, amministra i beni di proprietà della Santa Sede a Roma e altrove in Italia. Una delle sue due divisioni gestisce anche il portafoglio finanziario del Vaticano. Il rapporto degli investigatori finanziari del Vaticano ipotizza che questa divisione sia stata utilizzata da un esterno per affari estranei al Vaticano, con la possibile complicità di personale dell'Apsa, in violazione del suo stesso regolamento. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia