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Bancari: il punto della situazione. Da Unicredit a Mps

La mattinata a Piazza Affari si è svolta in un clima relativamente calmo. Ieri la Bce (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) ha confermato lo status quo sui provvedimenti di politica monetaria lasciando invariati non solo i tassi di riferimento ma anche gli acquisti sul mercato dei titoli di stato a 80 miliardi, oltre alla scadenza a marzo del 2017 del piano di stimolo monetario.

Le poche certezze di Draghi

Da Draghi arriva però una sola certezza: la scelta decisiva arriverà a dicembre quando gli esperti potranno avere dati più ampi e aggiornati per indirizzare le strategie e scegliere, eventualmente, di prolungare il piano di stimolo. Una notizia che porta a uno strappo ribassita sull’euro che, contro il dollaro, ha toccato i minimi da 7 mesi, verso un biglietto verde che continua a rafforzarsi non solo nei confronti della moneta unica ma anche verso il resto delle principali valute.

Alle 13 Piazza Affari segnava un punteggio a cavallo della parità con un vantaggio pari allo 0,03, un trend che accomunava anche le altre piazze di scambio visto che il resto dell’Europa vedeva il Dax a +0,09%, il Cac40 a -0,1%, il Ftse 100 a +0,2%

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A Milano, al centro dell’attenzione ancora il settore bancario e per più di un motivo.

Il "miracolo" Mps

Protagonista della seduta è ancora Banca Monte Paschi di Siena che si avvantaggia dell’attesa per il nuovo piano industriale che verrà presentato lunedì 24 ottobre quando si riunirà il Cda. Intanto il titolo ha registrato nell’ultima settimana un +38%. Ma il dilemma sulle due strategie messe in atto per salvare la banca più antica del mondo, una per opera di Corrado Passera, ex ministro dello sviluppo nel governo Monti, e l’altra in mano a Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) e JP Morgan, lascia un interrogativo di fondo: quale dei due è meglio?

I due piani a confronto

Secondo il piano di Mediobanca e Jp Morgan, l’istituto senese dovrebbe essere al centro di un vero e proprio tour de force che per la fine del 2016 prevede: ricapitalizzazione da 5 miliardi (per essere precisi si parla di una iniezione di liquidità divisa tra ricapitalizzazione e conversione di circa 3,5 miliardi di obbligazioni subordinate) e smaltimento di quasi 28 miliardi di crediti deteriorati attraverso al rivendita sul mercato aiutato dal fondo Atlante.

Il piano di Passera, invece, prevede una strategia diversa: per rimpinguare le casse della banca, l’ex ministro punta al blocco dei dividendi fino a data da destinarsi mentre lo smaltimento dei Npl comprenderebbe una fascia più ampia dei 27,7 miliardi previsti da JP Morgan. Secondo la sua strategia, infatti, a questa voce potrebbero essere ascritti 31 miliardi di euro. Sul fronte della ricapitalizzazione, o per essere più precisi, dell’iniezione di liquidità, Passera chiama in causa alcuni grandi soci con apporto di capitale intorno ai 2,5 miliardi, il che ridurrebbe la quota dell’aumento di capitale a 1,5 miliardi. Tutto questo escluderebbe i costi di gestione da parte di JP Morgan.

Moody' promuove Bp e BPM (Other OTC: BPMI - notizie)

Intanto Moody’s promuove la fusione BPM-BP alzando il long term deposit rating di Banca popolare di Milano (Milano: PMI.MI - notizie) a Ba1 da Ba2 e il baseline credit assessment a b1 da b2, confermando i rating di breve termine di Bpm a not-prime. Sempre in ambito di promozione, Moody’s ha anche alzato il giudizio di Banco Popolare (Amsterdam: PB8.AS - notizie) sul lungo termine: per i depositi da Ba2 si è passati a Ba1 con outlook stabile, il rating sul debito senior è passato da Ba3 a Ba2 con outlook negativo e il rating baseline credit assessment da B2 a B1. Una view cautamente ottimista anche per Mediobanca Securities che sceglie un rating neurtral per entrambi gli istituti vista la questione, tutt’ora aperta, dei Npl da smaltire.

Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) e il dossier Pioneer (Other OTC: PNCOF - notizie)

Chi invece sta facendo bene a Piazza Affari è Unicredit che per il dossier sulla cessione di Pioneer, vede Amundi (Berlino: 350155.BE - notizie) , come confermato dalle indiscrezioni di stampa, a sua volta affiancato nell’operazione, da Mediobanca. Un binomio che si andrebbe ad opporre all’altra cordata, formata da Poste Italiane (Dusseldorf: 29884131.DU - notizie) , Anima Holding (Dusseldorf: 124.DU - notizie) e Cassa Depositi e Prestiti, il tutto mentre gli altri due protagonisti, Macquarie a Aberdeen, sembra siano intenzionati a rientrare dietro le quinte. Unicredit, nei giorni scorsi è stata anche al centro di una interessante cessione di un pacchetto di Npl pari a 940 milioni di euroa Kruk Group, , cessione che rientra nel più ampio piano di ristrutturazione della banca tra cui il 20% di FinecoBank (MDD: FBK.MDD - notizie) (operazione giudicata estremamente positiva sia da Banca Akros con rating buy su FinecoBank e target a 6,4 euro, sia da Equita sim con rating buy e target price a 5,7 euro) e Bank Pekao (con l’apporto, in caso di cessione, di qualcosa come 2,5 miliardi di euro nelle casse di Unicredit).

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